La mela antica è brutta? I ricercatori rivelano: batte le altre per proprietà nutritive
08/05/2017 di Redazione
Tanti di noi hanno la pessima abitudine di associare l’aspetto degli alimenti alla loro qualità. Così succede, ad esempio, che frutta e verdura ‘brutte’ talvolta vengano considerate di cattivo sapore o pessime proprietà. Ma non sempre è così. Lo conferma anche qualche ricerca scientifica. Uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna ha dimostrato che le mele di varietà antiche malgrado l’aspetto superano quelle commerciali per proprietà nutritive.
LEGGI ANCHE > L’allarme mondiale sulla resistenza agli antibiotici. Ma in Italia c’è ancora tanto da fare
MELE ANTICHE BRUTTE BATTONO LE COMMERCIALI PER PROPRIETÀ NUTRITIVE
Nel dettaglio, gli esperti hanno paragonato le proprietà nutraceutiche di sei varietà di mele antiche (Mantovana, Mora, Nesta, Cipolla, Ruggina, Sassola) con una varietà commerciale (Golden Delicious), sia sotto forma di prodotto fresco che essiccato. Ebbene, i risultati dello studio hanno evidenziato che, anche dopo l’essiccazione, le mele di varietà antiche sono più ricche di antiossidanti rispetto alla commerciale Golden Delicious. Valentina Domenici, docente del dipartimento di chimica, ha spiegato: «Come Ateneo ci siamo occupati della caratterizzazione molecolare mediante la risonanza magnetica nucleare, una tecnica spettroscopica di cui abbiamo lunga esperienza, e grazie alla quale abbiamo identificato e quantificato alcune sostanze antiossidanti: i polifenoli».
Secondo la ricerca le varietà antiche di mele rispetto a quelle commerciali possiedono una quantità di polifenoli superiori, tanto che i ricercatori suggeriscono comunque di valorizzarle mettendole in vendita «essiccate, magari come snack o in preparazioni come il muesli». Luca Sebastiani, direttore dell’istituto di scienze della vita del Sant’Anna, ha aggiunti: «Considerato che il procedimento di essiccazione che abbiamo utilizzato è adattabile a uso domestico e per piccole produzioni questa idea potrebbe aiutare a salvaguardare i prodotti tipici locali: le sei varietà di melo che abbiamo studiato sono diffuse in Toscana, specie in Casentino».
(Foto da Pixabay.com)