Michel Martone, lo sfigato che arriva secondo su due

26/01/2012 di Dario Ferri

Marcello Pedrazzoli fa notare la scarsa produzione scientifica di Martone (un libro in compartecipazione e uno ancora da pubblicare, che il candidato presenta per “fare numero” nel curriculum). Poi giudica quanto c’è:

Il tema del primo libro (Contratto di lavoro e “beni immateriali”) è di notevole interesse, si colloca ai confini del diritto industriale e viene investigato con spunti originali nel quadro di un approccio di buona tessitura sia metodologica (imperniata sulla individuazione di un microsistema che doti di coerenza il riferimento normativo), sia ricostruttiva (giocata, ad esempio, sulla distinzione fra progresso scientifico e progresso culturale: rispetto alla portata della quale distinzione pare francamente sproporzionato concludere il libro con un discorso marginale sulle remunerazioni dell’attività inventiva del lavoratore e con l’esemplificazione del lavoro sportivo). Proprio la qualità delle proiezioni suggerite dalla complessa connessione prescelta, e proprio l’importanza degli istituti e dei concetti normativi coinvolti nella sua disamina, sarebbe stato ancora più apprezzabile un approfondimento più completo e una ponderazione più articolata.

Ed è giusto segnalare che sia Pedrazzoli che Sciarra considerano idoneo il candidato, nonostante le critiche. Anche il professor Franco Liso considera ancora immaturo Martone, mentre Roberto Pessi lo giudica positivamente, così come Mattia Persiani.

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