«Io malato di Sla vi prego: approvate la legge sul testamento biologico»
01/11/2017 di Redazione
Michele Gesualdi, ex presidente della provincia di Firenze, ha scritto una lettera indirizzata ai presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini. Malato di Sla da diverso tempo chiede che sia approvata al più presto la legge sul testamento biologico. Il Corriere fiorentino ha raccolto le parole di Michele.
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Due volte presidente della Provincia di Firenze, storico sindacalista Cisl, Gesualdi è uno dei primi sei allievi della scuola di don Milani.
«Mio babbo è un cattolico di ferro — ha spiegato la figlia Sandra al Corriere — aveva scritto la lettera da mesi ma non l’aveva voluta spedire perché aveva paura di creare compassione e soprattutto paura di essere strumentalizzato. Per lui volontà e dignità della persona devono essere al centro di tutto. Ma la sua lettera non è nel modo più assoluto un’apertura all’eutanasia». Michele Gesualdi, nella sua lettera, ripete più volte la parola «tortura». Da tre anni la Sclerosi laterale amiotrofica ha preso possesso del suo corpo trasformandolo «in un scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento». Il corpo non c’è ma la mente rimane.
«Accettare il martirio del corpo della persona malata quando non c’è nessuna speranza né di guarigione né di miglioramento, può essere percepita come una sfida a Dio», scrive nella lettera citata dalla testata. Rifiutare trattamenti invasivi, come l’alimentazione o la ventilazione forzate, non è «un’offesa a Dio che ci ha donato la vita». «Non si tratta di favorire l’eutanasia, ma solo di lasciare libero l’interessato, lucido cosciente e consapevole, (…) di scegliere di non essere inutilmente torturato».
Michele chiede il diritto a rifiutare trattamenti come la tracheotomia, ma anche la certezza di poter ricevere le cure palliative che gli consentano di andar via, senza dolore.
Certo, la legge italiana prevede che si possa rifiutare una tracheotomia ma se la crisi arriva di notte? Cosa può fare un familiare? Per questo Michele nella sua lettera evidenzia tutte le lacune della legge italiana. Lacune su cui può intervenire solo una legge, ancora ferma in Parlamento.
Lo scorso 20 giugno Gesualdi aveva incontrato Papa Francesco e aveva consegnato una lettera al Pontefice: «Barbiana resti povera e austera». Sandra ha spiegato al Corriere come la malattia sia l’ennesimo insegnamento di Michele. «La Sla è lenta, devastante, mina lui e tutti noi che gli stiamo intorno. Però il babbo non poteva che reagire così, mettendo questa sua situazione gravosa a disposizione degli altri. Spera che questo suo piccolo, ultimo contributo possa servire a rendere un po’ migliore il mondo in cui viviamo».
(foto copertina Il sindaco di Roma, Walter Veltroni (S), Michele Gesualdi, presidente della Fondazione don Milani (C) e il capogruppo dell’Ulivo alla Camera Dario Franceschini (D), oggi, nella scuola di Barbiana dove don Milani portò a termine la sua opera di educatore e sacerdote. MAURIZIO DEGL’INNOCENTI / ANSA / BGG)