Cosa c’è dietro la spaccatura del MoVimento 5 Stelle in Sicilia
10/02/2014 di Stefania Carboni
Il MoVimento 5 Stelle a Palermo si è diviso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quel post, pubblicato sul sito Il Grillo di Palermo, dove si prendevano le distanze dai senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella. Una decisione presa a quanto pare senza consultare il resto degli attivisti. Così una parte di loro ha fondato un nuovo meetup, scappando dal vecchio e caro Grillo a loro detta oramai gestito dal “cerchio magico”.
LE DIVISIONI – A Palermo i gruppi pentastellati spuntano come funghi. Basta cercare su facebook (o nei MU) per trovare diverse pagine a 5 Stelle a volte riconducibili al MoVimento (in base a quartieri della città sicula), altre semplicemente di libero pensiero grillino. Ma cosa è successo nel capoluogo? Repubblica Palermo parlo di legami degli attivisti con parlamentari 5 Stelle. Si tratterebbe del gruppo più duro e puro vicino al parlamentare Riccardo Nuti:
Fra loro ci sono sia il marito che il fratello di Loredana Lupo (la parlamentare che ha denunciato l’aggressione da parte di Dambruoso) e i compagni di altri due deputate, Chiara Di Benedetto e Claudia Mannino. Questo nucleo storico di militanti aveva preso le distanze a nome del movimento da Campanella e Bocchino, criticati per la loro linea di dialogo con altre forze politiche: da condannare pure chi «intellettualmente o materialmente » li avesse ancora sostenuti.
CENSURA SUL BLOG? – Il post di scomunica verso i due senatori ha fatto arrabbiare però tanti militanti. Almeno una quarantina di persone hanno comunicato il loro dissenso attraverso il blog Il Grillo di Palermo. Peccato che, secondo quanto si denuncia, la pubblicazione non sia rimasta on line:
Con loro anche gli “Attivisti liberi di Bagheria”: «Non comprendiamo, per esempio, sulla base di quali atti parlamentari – interrogazioni, emendamenti, votazioni, altro – i due senatori abbiamo tradito quel mandato di portavoce che meriti oggi un atto di sfiducia per altro improponibile attraverso comunicati stampa non condivisi dalla base siciliana. Apprendiamo, invece da post e comunicati degni delle migliori riviste di ”gossip”, che i due senatori non sono oggetto di critica per la loro attività parlamentare, ma perchè esprimono liberamente il loro pensiero: critico per alcuni, costruttivo per altri». Ed ecco qui le parole dei palermitani che prendono distanza dagli attacchi ai due senatori:
I sottoscritti attivisti del M5S Palermo ritengono che il momento difficilissimo che vive il Paese meriti uno sforzo di unità. La unilaterale presa di distanze di una decina di attivisti palermitani dai due portavoce al Senato, Fabrizio Bocchino e Franco Campanella, non è condivisibile né nei termini né nelle modalità. I sottoscritti attivisti del M5S Palermo, pertanto, ne contestano la portata generalista e la considerano semplice manifestazione di disagio di alcuni. Auspicano, quindi, per il futuro, che prima di assumere iniziative e pubblicizzarle come condivise, ingenerando confusione, vengano consultati gli attivisti e rispettate le loro determinazioni, assumendo esclusivamente iniziative inequivocabilmente tese al bene comune ed espressione della maggioranza democraticamente costituita.
Palermo 1 febbraio 2014
Parole apparse anche sulla pagina del senatore Bocchino che si chiede candidamente come mai quel post non sia più on line:
Qui il link dell’url che non porta più al post:
O SEI CON C. E B. OPPURE… – Cosa è successo? Perché il post non compare più sul blog? Da quel momento in poi è stato un putiferio. Si sarebbero chieste spiegazioni a Riccardo Nuti e data la mancanza d’accordo si sarebbe optato per la scissione.In rete si denunciano cambi di assistant organizer e piovono commenti e critiche. «Se la finissimo di parlare tramite Comunicati e ci incontrassimo in una bella Assemblea non sarebbe meglio?», chiede un militante. «Ma scusate c’è stata una riunione in cui si sarebbe dovuto parlare di questa iniziativa del comunicato di presa di distanze che è stata disertata . A parte alcuni in buona fede che davvero ci sono andati di mezzo. Il metodo un po’ avventato … diciamo che per quanto mi riguarda non c’era nulla da decidere … Come ho detto il giorno dopo la vergognosa votazione di grasso i signori C è B si sono posti fuori dal movimento. … sapete bene che Grillo non li avrebbe mai buttati fuori…. Perché sono “cavolacci” del movimento….», aggiunge un altro. Sotto però si controbatte, linkando ad una lista di nomi (presenti nei gruppi di lavoro a Palermo) che coincide con diversi firmatari del secondo post. «Non c’è stata nessuna riunione – interviene un altro attivista – nessuna condivisione, è stato solo chiesto un incontro, senza specificarne il motivo, per comunicare una decisione già presa. Non scherziamo con le cose serie». O sei con i “piddini” o sei fuori. Così c’è chi rimane a denti stretti e chi invece ha preferito migrare nel MU MoVimento 5 Stelle Palermo.
LA SMENTITA DI NUTI E LO SPETTRO DI DIM – E Nuti? Il deputato ha risposto in altro modo. «Peccato che io non abbia nessun sito nè una password, anche qui emerge che vengono scritte informazioni false…» ha commentato in tour a Piana degli Albanesi. «Per quanto riguarda le presunte spaccature al M5S di Palermo, la verità è che ci sono queste situazioni in tutta Italia, perché ci sono vari gruppi che nascono – dice Nuti – Anche a Palermo ci sono quattro o cinque gruppi a livello di internet ma nella pratica chi faceva i banchetti era solo uno». Ieri alcuni deputati e senatori hanno fatto un tour siculo tra i cittadini. Con Nuti c’erano Giulia Di Vita, Chiara Di Benedetto, Loredana Lupo, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Barbara Lezzi e Maurizio Santangelo. In terra meridionale però si parla di Dim, come nuovo progetto che accoglierebbe a braccia aperte i dissidenti. Peccato che però Democrazia in MoVimento sia già al lavoro. Mentre i parlamentari 5 Stelle giravano l’isola, il palermitano (fuoriuscito) Fabio D’Anna si riuniva con Valentino Tavolazzi (primo epurato grillino) nella prima assemblea nazionale Dim ad Aprilia. Con loro Fulvio Biagini, autore delle 20 domande a Casaleggio, Raffaele De Sandro Salvati, già Lista per Cento, Dario Sironi, Lista Civica per Sesto e Ivano Mazzacurati, di Bologna. Tutti quelli che hanno subito la gogna si sono ritrovati da tutt’altra parte per proseguire un cammino simile a quello pentastelato senza però l’influenza del “guru”. Nel mentre la tesi dei pasdaran va avanti. «Se qualcuno dovesse mai dare la fiducia al Pd o a un altro partito che ci ha rovinato la vita non sarà più nel Movimento Cinque stelle, ad oggi non è mai avvenuto qualcosa del genere, sono gli altri che si spaccano come il Pd che ha tante correnti, il Pdl e Scelta civica che si e’ sciolta», ha spiegato ieri Alessandro Di Battista. Peccato che a Palermo non si sia discusso di appoggi Pd ma di metodo. Quale? Quello fatto per alzata di mano e chiesto da attivisti occupati nei tavoli di lavoro (qui potete confrontare nomi e presenza nel Mu). Quello dove uno vale uno: anche se si dissente dalle parole altrui.