Mps, Governo Gentiloni inizia la trattativa con Bce e Commissione UE
30/12/2016 di Andrea Mollica
Il costo del salvataggio del Monte dei Paschi di Siena è ancora incerto. Il Governo Gentiloni spera di poter ridurre la somma da iniettare nel capitale dell’istituto, mentre la Bce precisa che la cifra di 8,8 miliardi di euro è un calcolo, non la richiesta dei nuovi requisiti di capitale di Mps.
MPS, IL COSTO DEL SALVATAGGIO
È stata particolarmente accentuata la polemica tra il Governo italiano e la Banca centrale europea in merito a Mps. Secondo la valutazione della vigilanza Bce per ricostituire il capitale del Monte dei Paschi di Siena servono 8,8 miliardi di euro. Una cifra che corrisponde al fabbisogno patrimoniale di MPS stimato nello scenario avverso degli stress test dell’Eba, l’autorità bancaria europea. Banca d’Italia, attraverso un suo comunicato, ha precisato come la Bce non abbia richiesto una ricapitalizzazione precauzionale da 8,8 miliardi di euro, bensì abbia stimato un ammontare indicativo, che potrebbe essere modificato a seconda del piano industriale preparato dallo Stato, che sarà il principale azionista dell’istituto senese.
MPS, IL COSTO DELLA RICAPITALIZZAZIONE PRECAUZIONALE
Sul Sole 24 Ore e sulla Stampa la Bce fa filtrare la sua sorpresa per una reazione così dura da parte dell’Italia. Il calcolo degli 8,8 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al piano di ricapitalizzazione preparato dal management di Mps e poi fallito per mancanza di investitori, ha infatti suscitato una ferma reazione da parte del Governo Gentiloni, particolarmente critica nei confronti della scarsa trasparenza della Bce. Secondo una stima di Banca d’Italia la ricapitalizzazione precauzionale, effettuata rispettando i parametri degli stress test Eba, costerebbe allo Stato 6,6 miliardi di euro: 4,6 miliardi per coprire il nuovo fabbisogno patrimoniale creato dalla conversione delle obbligazioni subordinate in azioni, e altri 2 per il ristoro degli investitori non istituzionali penalizzati dal cosiddetto burden sharing. La penalizzazione dei creditori junior insieme agli azionisti, imposta dalle regole europee per consentire un intervento pubblico precauzionale.
MPS, LE CRITICHE DELLA GERMANIA
Il salvataggio di Mps è consentito dalle regole europee, che permettono agli Stati di intervenire, in modo cautelare e provvisorio, nel capitale di una banca per evitare la sua risoluzione, a condizione che sia liquida. In caso di risoluzione, quando l’istituto cioè è anche insolvente, la normativa comunitaria imporrebbe invece il cosiddetto bail-in, con penalizzazione di tutti gli obbligazionisti, non solo quelli junior come nel burden sharing, e i depositanti oltre i 100 mila euro.
L’utilizzo dei fondi pubblici e la mancata penalizzazione degli obbligazionisti, che verrebbero ricompensati per la conversione delle loro obbligazioni in azioni, è poco apprezzata in Germania. Il ministero delle Finanze come la Bundesbank hanno chiesto il rispetto delle regole europee, che si basano sul principio che prima dell’intervento statale sia necessaria una penalizzazione degli investitori privati per ricostituire il capitale di una banca. Primi segnali di una lunga trattativa, anche politica, tra Governo Gentiloni e istituzioni europee sul salvataggio di Mps, che interessa diverse capitali europee.
Foto copertina: ANSA/MATTEO BAZZI