Mutui, vendita della casa se non paghi 7 rate: ecco cosa prevede la direttiva Ue

03/03/2016 di Redazione

Il mutuo per l’acquisto di una casa e il rischio di pignoramento dell’immobile in caso di mancato pagamento di 7 rate hanno infiammato il confronto tra gruppi parlamentari alla Camera dei deputati. Il fronte delle opposizione, in particolare il Movimento 5 Stelle, è insorto per impedire o chiedere modifiche alle norme (decreto legislativo) per il recepimento della direttiva europea sui contratti di credito che prevede un più semplice avvio della procedura di vendita della casa dei mutuatari insolventi da parte delle banche.

 

Le banche e l’esproprio delle case: cosa c’è di vero (poco)

 

MUTUI, LA DIRETTIVA EUROPEA UE E IL DECRETO ATTUATIVO

La direttiva dell’Unione Europea 2014/17 sui contratti di credito in via di recepimento in Italia attraverso un decreto attuativo del governo stabilisce che chi ha stipulato un contratto di mutuo ipotecario con una banca e paga in ritardo per sette volte anche non consecutive la rata perde la casa. L’immobile entra automaticamente nelle disponibilità all’istituto di credito. Il decreto legislativo che recepisce la direttiva introduce modifiche al Testo unico bancario. E il nuovo articolo 120-quinquesdecies (sull’«inadempimento del consumatore») consente di saltare le complesse procedure di esecuzione immobiliare. In particolare, si stabilisce che la banca e il debitore possono convenire, alla stipula di un contratto di mutuo o anche in una fase successiva, che in caso di inadempienza, la restituzione o il trasferimento del bene che costituisce la garanzia comporti l’estinzione del debito. Si legge nella nuova formulazione dell’articolo 120-quinquesdecies al comma 3:

Le parti del contratto possono convenire espressamente, al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della  vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza.

Lo stesso comma stabilisce che il valore del bene immobile oggetto della garanzia è stimato da un perito scelto dalle parti di comune accordo con una perizia successiva all’inadempimento.

Dunque, come spiega bene il Corriere della Sera, se si interpreta alla lettera le direttiva se non si pagano 7 rate la banca può vendere l’immobile e tenere quanto dovuto, riconoscendo poi l’eventuale eccedenza al debitore. Se poi dalla vendita non viene ricavato una somma sufficiente il debitore restituirà il residuo dopo sei mesi dalla conclusione della vendita. Si legge al comma 4 della nuova formulazione dell’articolo 120-quinquesdecies:

Qualora a seguito di inadempimento e successiva escussione della garanzia resigui un debito del consumatore, il relativo obbligo di pagamento decorre dopo sei mesi dalla conclusione della procedura esecutiva.

MUTUI, L’ITER IN PARLAMENTO

Ieri, mercoledì 2 marzo, la commissione Finanze della Camera avrebbe dovuto esaminare il decreto legislativo che recepisce la direttiva. Ma i lavori sono stati bloccati da una protesta dei deputati del Movimento 5 Stelle, che hanno occupato il corridoio e impedito l’ingresso dei colleghi ritardando l’inizio della seduta. La riunione è stata poi sospesa e aggiornata ad oggi, giovedì 3. Ma c’è stata bagarre anche in Aula, dove sono stati espulsi tre deputati M5S che protestavano nel corso del question time sui mutui. In mattinata, sulla questione mutui, era già partito un attacco dal blog di Beppe Grillo a firma degli onorevoli Luigi Di Maio e Carla Ruocco.

MUTUI, IL CHIARIMENTO DEL PD E DEL GOVERNO

Il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato ha precisato che con il decreto attuativo che recepisce la direttiva Ue «si sistema in maniera organica una norma che è quella che già si pratica per sentenza della Cassazione». E che non sono escluse delle modifiche al provvedimento. «Il parere sul decreto attuativo della direttiva  – ha detto ancora Rosato – sarà articolato e chiederà alcune correzioni, in particolare il chiarimento sul fatto che le nuove norme non saranno retroattive. I mutui già in essere non possono essere toccati». Il viceministro all’Economia Enrico Zanetti ha poi affermato che il decreto «potrebbe essere corretto cambiando il riferimento alle sette rate con un riferimento ad archi temporali». Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, intanto, ha dichiarato: «Con il decreto de governo sulle banche non c’è il rischio di avere la casa pignorata, è una direttiva europea, non è stata richiesta dall’Abi». Anche Patuelli ha precisato che il testo «non riguarda fatti passati ma eventualità, possibilità per il futuro. È una cosa lasciata alla libera cotnrattazione tra famiglie e istituti bancari e non riguarda il passato e i crediti deteriorati».

MUTUI, I NODI

Tuttavia, al di là delle rassicurazioni, dubbi sulle nuove norme restano. E riguardano anche l’applicazione della legge Bersani che consente la portabilità dei mutui. Come evidenziato dai deputati ex M5S di Alternativa Libera, con la limitazione dei nuovi contratti viene resa più difficile la portabilità. O, al contrario, si corre un rischio maggiore di perdere la casa a fronte di un tasso di interesse meno elevato.

(Foto di copertina: Ansa / M5S Camera su Twitter)

Share this article
TAGS