Napoli, la camorra al San Paolo: il derby tra clan e lo striscione-minaccia

Due gruppi di ultrà si scontrano in curva, allo stadio San Paolo di Napoli, ma il calcio c’entra poco. A fronteggiarsi sono due frange di tifosi vicini ai clan di camorra protagonisti della faida di Forcella, quel che resta del gruppo Sibilli-Giuliano-Brunetti-Amirante e uomini dei Sequino-Esposito.

 

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Le prime scintille nascono prima della partita. Poi, nel corso dell’incontro, dalle provocazioni si arriva alle mani, e alla fine spuntano anche i coltelli, con uno dei gruppi che ottiene la cacciata dei rivali dagli spalti. È quanto accaduto nel corso del match tra Napoli e Sampdoria disputato a Fuorigrotta domenica sera. L’incredibile vicenda è diventata oggetto di un’informativa che sta per essere trasmessa in Procura. A raccontarla è oggi Giuseppe Crimaldi sul Mattino di Napoli:

A innalzare un’invisibile barriera di odio c’è la guerra in atto nel centro storico di Napoli, dove ancora si fronteggiano ciò che resta del gruppo Sibillo-Giuliano-Brunetti-Amirante e gli uomini che non hanno tradito i Mazzarella. Fianco a fianco al San Paolo si ritrovano così – inaspettatamente e uniti sotto le insegne azzurre – esponenti legati ai gruppi malavitosi del Rione Sanità e ultrà del gruppo dei Mastiffs, nucleo storico degli hooligans partenopei che provengono da Forcella. Alle vecchie ruggini si aggiunge il sangue versato negli ultimi tre mesi nel centro storico. E così i Mastiffs – tra loro ci sono anche semplici tifosi, persone perbene e incensurate – vengono identificati come gli uomini del clan Sibillo, oggi in rotta dopo l’uccisione del baby boss Emanuele Sibillo, assassinato il due luglio in via Oronzio Costa. Intorno alla metà del primo tempo dagli insulti si passa così alle vie di fatto: «Ve ne dovete andare via da qua»: questo è il messaggio lanciato da due pregiudicati che sarebbero legati al clan Sequino-Esposito verso il settore occupato dai tifosi un tempo capeggiati da Gennaro De Tommaso, meglio noto come Genny ‘a carogna (oggi detenuto), il protagonista della «trattativa» dell’Olimpico dopo i tragici fatti di Tor di Quinto, culminati nella morte del povero Ciro Esposito. Il gruppo di tifosi tenta una resistenza, e a quel punto le fila degli aggressori si gonfia minacciosamente. In pochi minuti è il parapiglia: e così, mentre Gonzalo Higuain trascina lo stadio con il suo primo gol si scatena un corpo a corpo in Curva A. Dura meno di un minuto, perché – stando anche ad una testimonianza raccolta dal nostro giornale – nella rissa spuntano le lame di alcuni coltelli che colpiscono di striscio ad un braccio un tifoso e inducono decine di altri giovani venuti allo stadio dalla zona di Forcella ad abbandonare gli spalti. «Una scena incredibile – racconta un testimone oculare – Siamo stati accerchiati, insultati, ci sputavano addosso minacciandoci di andare via dalla Curva. Ho visto la morte con gli occhi e alla fine ho deciso di uscirmene».

Crimaldi sul Mattino spiega che sull’accaduto indagano Digos della Questura e dalla Squadra Mobile e che gli atti finiranno sulla scrivania del procuratore aggiunto (coordinatore della Dda) Giuseppe Borrelli.

NAPOLI, STRISCIONE CONTRO DE LAURENTIIS –

Intanto un altro caso riguarda uno striscione intimidatorio nei confronti del presidente azzurro Aurelio De Laurentiis, esposto ancora in curva A: «Ancor auna volta hai solo parlato! Il tuo comportamento è meschino. Farai la fine di Ferlaino?!». Il riferimento è ai raid incendiari contro la casa dell’ex patron della squadra partenopea. La Digos ha già acquisito le immagini relative agli episodi raccolte dal sistema di videosorveglianza dello stadio San Paolo.

(Foto di copertina: Ansa / Cesare Abbate)

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