La ‘ndrangheta ride sulle macerie dell’Emilia «Caduto un capannone? Allora lavoriamo là»
29/01/2015 di Alessio Barbati
Più di 200 indagati, 189 capi d’imputazione e un intero quartiere sotto sequestro. È il risultato di quello che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha definito «Un’operazione storica senza precedenti» che ha fatto finire in manette politici, imprenditori locali, poliziotti, ex carabinieri collusi e giornalisti, oltre ai principali esponenti della ‘nndrina di Cutro, Grande Aracri. I tentacoli del clan erano arrivati sugli appalti di ricostruzione dopo il terremoto del 2012 utilizzando materiale contaminato da amianto per aumentarne i profitti. Quando il sisma ha sconvolto Mirandola «la ‘ndrangheta è arrivata prima dei soccorsi, o comunque in contemporanea», attirata dall’odore dei soldi.
LE INTERCETTAZIONI – Inquietanti le intercettazioni telefoniche tra due indagati «È caduto un capannone a Mirandola» dice Gaetano Blasco il 29 maggio, nemmeno 5 ore dopo la scossa «Eh eh, allora lavoriamo là» risponde ridendo Antonio Valerio «Ah si, cominciamo facciamo il giro». Il sisma aveva colpito nel “posto giusto” secondo gli indagati, per la presenza dell’azienda Bianchini Costruzioni Srl. «L’azienda modenese – scrive nell’ordinanza il gip Alberto Ziroldi – è il soggetto ideale grazie al solido legame con il mondo delle cooperative e le eccellenti relazioni con le amministratori locali». Un sodalizio nato l’anno prima edl terremoto, con i lavori di restauro del cimitero di Finale Emilia.
LA BIANCHINI SRL – L’ordinanza di custodia cautelare del giudice bolognese è fin troppo chiara «Per conseguire un ingiusto profitto hanno utilizzato materiale contaminato da amianto, previa miscelazione di tale rifiuto pericoloso con terre da scavo». I rifiuti pericolosi sono stati scaricati nei pressi della scuola media a Concordia sulla Secchia in quelli delle elementari di Mirandola e Finale Ligure opltre che davanti ad un istituto di Reggiolo. «Siamo rovinati» dice alla moglie Bianchini, riferendosi ai controlli dell’Arpa regionale. Ed è giusto così.