“Nel nome di un Dio uccidono”, un libro (anche) sull’Isis

“L’esperienza comune a numerosi movimenti religiosi” che, negli anni ’90 del secolo scorso, “hanno avuto come esito della loro visione apocalittica suicidi collettivi, stragi, ecatombi”, fa da trama all’ultimo libro di Ugo Maria Tassinari – “Nel nome di un Dio uccidono” (Edigrafema Edizioni, collana DietroFront) – che giunge ad una dura conclusione: “La strada per il Paradiso puo’ passare per l’Inferno”.

“NEL NOME DI DIO UCCIDONO”

Tassinari – giornalista, docente di giornalismo multimediale, blogger, negli ultimi dieci anni curatore dell’ufficio stampa e del sito web dell’azienda ospedaliera “San Carlo” di Potenza e autore di diversi libri di storia contemporanea – e’ partito dagli attacchi alle ambasciate occidentali a Beirut, trent’anni fa. E’ cosi’ che il mondo ha conosciuto “questa nuova modalita’ di guerra asimmetrica, ma il fenomeno non puo’ essere circoscritto ai devoti del Profeta”, perche’ altri episodi hanno manifestato “la luciferina potenza di miliziani ispirati da una profonda fede religiosa”. In altri casi, “la violenza ha vestito i panni di antichi rituali, nell’illusione di proiettarsi in un altro piano dell’esistenza”. Il libro non si occupa solo di terrorismo e di “violenza di matrice religiosa”, ma anche delle sue origini politiche ed economiche e si addentra fino “all’analisi di quell’urgenza umana e spirituale” che ha spinto il Papa a proclamare il Giubileo della Misericordia e che “dovrebbe spingere l’umanita’ intera a un’inevitabile inversione di rotta”. Nella postfazione, il responsabile della redazione Tgr Lazio della Rai, Nicola Rao, ha sottolineato la “novita’ senza precedenti” costituita dal terrorismo islamico, responsabile degli attentati dell’11 settembre 2001. Infine, Rao ha definito il 2015 “un anno terribile. Che coincide con l’espansione e l’estensione di un nuovo soggetto politico che a oggi, nel mondo arabo, sembra egemone: l’Isis”.

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