Nel libro mastro delle tangenti politici e presidente Rfi
30/10/2015 di Redazione
Non solo il presidente di Rfi Dario Lo Bosco, finito in manette con l’accusa di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel libro mastro con i destinatari di tangenti trovato all’imprenditore agrigentino Massimo Campione (quindici fogli di nomi, date e cifre, dieci manoscritti e cinque redatti al computer) vengono citati anche politici locali. È quanto emerge dall’inchiesta che ha condotto anche all’arresto, oltre che di Lo Bosco, anche di due funzionari della Forestale. Si legge oggi sul Corriere della Sera:
Diversi i nominativi, compresi quelli di alcuni politici locali, coperti da omissis. Per ogni destinatario causale della consegna e importo impiegato. Si comincia con 10 mila euro e si finisce con il totale di 502.626,88 euro.
È come se il mondo dei colletti bianchi avesse mutuato la metodologia dei mafiosi scoperti con i libri mastri nel pianeta del racket. Un altro passo indietro della società civile, di quell’area che in Sicilia ha fatto leva anche su volti nuovi, a cominciare da Lo Bosco, un docente universitario come tanti professionisti vicino a un’antimafia da qualche tempo sfregiata da inchieste che svelano invece grandi imposture.
La sorpresa è infatti la doppiezza che emerge nel profilo di Lo Bosco, ex compagno di scuola di Campione, nel libro mastro celato sotto due pseudonimi: «albero» e «sottobosco». Stando all’accusa, l’ingegnere chiede esplicitamente denaro in cambio dell’appalto dei sensori sui vagoni: «Vedi tu quello che mi puoi dare». E Campione aderisce alla richiesta, come scrivono i magistrati: «Sicché seguirono versamenti vari a sue mani per un complessivo importo dì euro 58.650,00».
Lo Bosco e i due funzionari della Forestale sarebbero stati pagati da Campione «per evitare intoppi allo svolgimento dei lavori relativi ad un appalto di 26 milioni di euro bandito dal Corpo Forestale della Regione Sicilia» e per facilitare «l’acquisto di particolari e moderni sensori per i treni».
Dall’indagine è emerso che, dopo la scoperta da parte della polizia dei suoi appunti, parlando con la sua collaboratrice Campione ha fornito anche consigli per nascondere la verità:
«Unni niscimu di sta cosa, è tinta sta cosa (non ne usciamo da questa cosa, è una brutta cosa). E tu ci ha diri che sono operai… muratura (muratori), tutti: Marranca, Quattrocchi, Tesoriere, Lo Bosco…».
(Foto di copertina: ANSA / Igor Petyx)