Nessun ambasciatore gay in Vaticano
10/04/2015 di Alessio Barbati
Nessun ambasciatore gay in Vaticano. Papa Francesco rifiuta di validare il nome fatto da François Hollande per il posto vacante all’ambasciata francese presso la Santa Sede. Cattolico praticante e curriculum di tutto rispetto, Laurent Stefanini era sembrato a tutti la scelta più naturale, tanto che, al momento della scelta, non ci fu nemmeno bisogno di esaminare altre candidature. Già numero due a Villa Bonaparte e consigliere per le questioni religiose al Quai d’Orsay, oggi è responsabile del protocollo all’Eliseo. Difficile trovare qualcuno che non ne abbia elogiato la cultura, la finezza intellettuale e sopratutto la discrezione, al punto che alcuni amici di Stefanini hanno scoperto la sua omosessualità, non dichiarata, solo in occasione di questa vicenda.
I MEDIA FRANCESI – Secondo diversi media francesi, tra cui il Canard Enchainé, Les Echos e Le Journal du Dimanche, il Vaticano sarebbe reticente a confermare l’incarico a causa del suo orientamento sessuale. Vero è che fino ad oggi non c’è stato nessun veto ufficiale. Ma il silenzio insistente della Santa Sede dura ormai da troppo tempo. Se, di norma, la risposta dovrebbe arrivare dopo massimo tre settimane, nel caso specifico il Papa tace da più di tre mesi. La nomina presidenziale era arrivata il 5 gennaio scorso e giovedì le autorità francesi hanno indirettamente spinto il Vaticano ad esprimersi. Oltralpe non hanno dubbi, lo stesso Holland aveva confermato al quotidiano cattolico La Croix come Stefanini fosse «uno dei nostri migliori diplomatici» con «tutte le qualità richieste per l’incarico». Per la stampa francese sarebbe partita proprio da Parigi la campagna di informazione sull’orientamento sessuale di Stefanini, che non lo ha mai dichiarato, ma che i movimenti contrari alle nozze gay non si sono lasciati sfuggire.
“CHI SONO IO PER GIUDICARE” – «Se una persona è di buona volontà, chi sono io per giudicare?» aveva detto Papa Francesco riferendosi agli omosessuali, di ritorno dal suo viaggio in Brasile. Nessuna occasione migliore di questa per dimostrare al mondo che Francesco non sia solo la migliore operazione di marketing messa a punto dal Vaticano.