Neonata morta: «Non c’erano le cannule per aspirare il liquido nei polmoni di Nicole»
13/02/2015 di Redazione
Aveva assistito soltanto poche ore prima al parto della moglie e alla nascita della piccola Nicole, in una clinica privata. Poi, subito dopo il parto, l’inizio del dramma. Lo ha raccontato al Corriere della Sera Andrea Di Pietro, il padre della neonata morta in ambulanza a tre ore dalla nascita, dopo essere stata rifiutata da tre ospedali perché non c’era posto. «La bambina, dopo il primo vagito, non rispondeva, affannata, come non respirasse», ha spiegato, precisando come si fosse subito capito che ci fosse una crisi respiratoria.
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NICOLE E LA CRISI RESPIRATORIA DOPO LA NASCITA
Sul quotidiano di via Solferino il padre ha raccontato gli istanti drammatici in sala parto:
«I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla. Ma quanto costa una cannula, una cannuccia per succhiare un po’ di liquido a una creatura appena nata? Dov’è?, chiedevo. Trovatela questa c… di cannula», si legge.
Si trattava di una clinica privata molto conosciuta a Catania, «orgoglio – chiarisce il Corsera – di una famiglia molto nota, quella di Vincenzo Gibiino, il coordinatore di Forza Italia in Sicilia. A scegliere quella clinica era stata la moglie Tania: Vincenzo Gibiino e il fratello Daniele, anestesista, «da ragazzi, frequentavano, andavano a ballare» con la stessa moglie, ha spiegato Andrea Di Pietro.
LA RICHIESTA DI GIUSTIZIA
Tutti li rassicuravano in città sulla sicurezza e sulla qualità della clinica. Ma, dopo quanto successo, l’uomo ha accusato: «Non mi pare che siano preparati a quello che promettono, se manca perfino una cannula per liberare i polmoni di una bimba appena nata». Non senza evocare la negligenza, la malasanità, la “strafottenza”. Chiede giustizia la famiglia della neonata morta dopo tre ore dalla nascita. Per sapere di chi sono le responsabilità:
«Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita. Ma a cosa serve tutto il sistema con migliaia di medici, infermieri, impiegati se poi chiami il 118 e ti dicono che l’ospedale più vicino sta a cento chilometri, ad un’ora e mezza di strada?».