Il bipolarismo di Chiara Appendino sull’abbattimento delle nutrie a Torino
03/10/2017 di Gianmichele Laino
Pollice verso e poi all’insù per le nutrie di Torino. Dalla tagliola alla salvezza, in poco tempo. Curioso che a determinare il loro destino – in maniera diametralmente opposta – sia stata la stessa persona. Nella fattispecie il sindaco di Torino Chiara Appendino. L’esponente di spicco del Movimento 5 Stelle aveva prima dato l’ok al piano per la soppressione delle nutrie voluto dall’ente Città Metropolitana (che lei presiede), salvo fare marcia indietro dopo le pressioni della sua giunta.
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NUTRIE TORINO, COSA AVEVA STABILITO LA CITTÀ METROPOLITANA
Alla fine le nutrie si salveranno, ma la sindaca pentastellata ha dimostrato una certa ambiguità sul tema. Il piano della Città metropolitana prevedeva, sia per le aree rurali che per alcune zone urbane, la cattura e l’abbattimento dei roditori che animano le acque del fiume Po. Una decisione drastica dovuta ai problemi logistici che avrebbero comportato altre due scelte: quella di sterilizzarle attraverso lo spargimento di mangimi (che, però, sarebbero stati ingeriti inevitabilmente anche da altre specie animali) o quella di sterilizzarle dopo la cattura (operazione difficile e dispendiosa sia in termini di tempo, sia a livello di costi).
NUTRIE TORINO, LE RASSICURAZIONI DEL COMUNE
Ma la giunta del Movimento 5 Stelle si è opposta fermamente alla decisione della Città Metropolitana e ha affermato di non essere in linea con quanto deciso. La conferma è arrivata dall’assessore all’Ambiente di Torino Alberto Unia, che ha dichiarato: «In città non è previsto l’abbattimento di alcun esemplare di nutria e siamo contrari a qualsiasi spargimento di sangue. Auspichiamo una riformulazione del piano della Città metropolitana con l’utilizzo di azioni incruente per il loro contenimento».
In tutta l’area metropolitana, in ogni caso, resta alta la concentrazione di esemplari di nutrie. Si stima che gli animali abbiano superato quota 10mila e che siano in continua espansione. La loro proliferazione, quindi, va gestita. Ma per il momento il pericolo abbattimento sembra essere scongiurato. A meno che qualcuno non cambi di nuovo idea.