L’olio di palma fa male? Tutto quel che c’è da sapere
19/11/2015 di Maghdi Abo Abia
L’olio di palma fa male? Negli ultimi mesi, il dibattito sugli oli vegetali saturi non idrogenati ricavati dalle palme da olio è diventato di dominio pubblico a causa dei sospetti su un’eventuale pericolo sanitario dell’olio commestibile, prodotto in 28 milioni di tonnellate nel 2007, secondo olio al mondo dopo l’olio di soia.
L’OLIO DI PALMA FA MALE, MA COME SI PRODUCE?
L’olio di palma fa male? Intanto è opportuno sapere che la sostanza è presente in molti saponi, prodotti alimentari, polveri detergenti e prodotti per la cura della persona. L’olio di palma è ricavato dal frutto della palma da olio. Dai semi della palma da olio invece si ottiene l’olio di palmisto. Entrambi sono solidi o semi-solidi a temperatura ambiente. Si possono però separare in componente liquida e solida con un processo di frazionamento. In questo caso otteniamo olio di palma bifrazionato, usato per la frittura.
L’OLIO DI PALMA FA MALE ? IL RUOLO DEL PROCESSO DI RAFFINAZIONE
La produzione dell’olio di palma parte dalla sterilizzazione dei frutti tramite il vapore. In seguito vengono snocciolati, cotti, pressati e filtrati. L’olio ricavato è di colore rossastro a causa della presenza di beta-carotene. Ha un odore di violetta e il sapore è dolciastro. Diventa bianco-giallino dopo un processo di raffinazione ulteriore attraverso bollitura. In questo stato può essere usato come olio alimentare e come ingrediente di molti cibi lavorati. Caratterizzato dall’alta presenza di grassi saturi, è semi-solido a temperatura ambiente.
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L’OLIO DI PALMA FA MALE? UN PRODOTTO PER TUTTE LE STAGIONI
Il dibattito sull’olio di palma negli ultimi mesi è esploso a causa dell’obbligo di segnalarlo in etichetta, superando la definizione “oli vegetali”. Secondo alcuni l’olio di palma fa male alla salute e all’ambiente. Altri invece ritengono che non sia pericoloso anche se è usato in prodotti alimentari, nel settore della cosmesi, dell’energia, della farmaceutica e nella produzione di mangimi. La sua versatilità ha portato a un boom nella sua coltivazione da parte degli agricoltori in Malesia e Indonesia, paesi che rappresentano l’86 per cento della produzione globale anche perché la palma da olio rende molto di più sulla stessa superficie di terreno rispetto alla soia o al girasole che richiederebbero più spazio a parità di quantità.
L’OLIO DI PALMA FA MALE ? DEFORESTAZIONI ED EFFETTI NEGATIVI SULL’AMBIENTE
Secondo quanto riportato da Altroconsumo la coltivazione intensiva dell’olio di palma ha portato danni importanti all’ambiente. Aree prima coperte da foreste sono oggi state convertite da piantagioni di palme da olio. E la “sostituzione” avviene attraverso roghi e distruzioni che hanno portato alla scomparsa della quasi totalità degli animali che abitavano quelle aree. Le terre vengono inoltre espropriate in maniera drastica con la distruzione di numerosi villaggi. La monocoltura di palme da olio può inoltre portare alla produzione di considerevoli emissioni di carbonio, con l’Indonesia diventato terzo produttore “inquinante” al mondo. Col passare degli anni le monocolture da palma da olio si sono diffuse anche in Costa d’Avorio, Uganda e Camerun.
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L’OLIO DI PALMA FA MALE: IL DIBATTITO TRA RISCHI E BENEFICI SULLA SALUTE
Uno dei pregi dell’olio di palma è quello di costare poco rispetto agli altri prodotti sul mercato. Questo ha fatto passare sotto silenzio alcuni rischi per la salute. L’olio di palma sarebbe responsabile di un aumento dei fattori di rischio cardiovascolare. Gli acidi grassi innalzano il livello di colesterolo aumentando i rischi di coronaropatia. Di contro il Comitato di promozione dell’olio di palma malese si difende dicendo che non esistono prove che permettano di elaborare linee guida globali sul consumo di olio di palma aggiungendo che l’olio di palma aumenta il livello di colesterolo “buono” (HDL) riducendo quello “cattivo” (LDL).
L’OLIO DI PALMA FA MALE? NON CANCEROGENO MA ATTENTI AI COLORANTI
Le industrie del settore aggiungono che gli oli di palma contengono grandi quantità di acido oleico, monoinsaturo, protagonista nella riduzione del livello di colesterolo “cattivo”. Nel 2013 è stato dimostrato che ci siano pochi studi che analizzino gli effetti negativi dell’olio di palma e la possibile insorgenza di tumori. Le cose cambiano quando l’olio viene “trattato” in maniera incorretta. Il Fatto Alimentare ci riporta la vendita di una partita di olio di palma proveniente dal Ghana e importato dall’Olanda contaminato da un colorante cancerogeno e genotossico, Sudan 4. L’allarme non ha riguardato però le aziende alimentari europee in quanto queste usano olio decolorato, deacidificato e raffinato.
L’OLIO DI PALMA FA MALE?L’AIDEPI: “ALCUNE AZIENDE TOLGONO L’OLIO DI PALMA, UNA COSA SBAGLIATA PER RAGIONI SBAGLIATE”
Tuttavia l’industria alimentare italiana sta cercando di superare la dipendenza dall’olio di palma. Sempre il Fatto Alimentare riporta le parole di Paolo Barilla, presidente dell’Aidepi, associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, che il 14 ottobre alla Camera dei Deputati ha confermato che già diverse aziende in seno all’associazione stanno cambiando le ricette sostituendo l’olio di palma con altri grassi vegetali. La scelta però non sembra autonoma: “Probabilmente oggi noi ci troviamo in Italia a dover fare, per ragioni sbagliate, una cosa sbagliata. Perché ci sarà una reazione dell’industria che per populismo italiano leverà l’olio di palma facendo la cosa sbagliata. In maniera consapevole ma per rispondere a quella che è un’isteria di Paese. Il movimento è già in atto quindi diciamo che siamo cascati come dei polli in un tranello mediatico internazionale“. (Photocredit copertina ADEK BERRY/AFP/Getty Images)