Milano, ordina la pizza e viene violentata in casa. Salvini: «Castrazione chimica»

Si chiama Roberta, ha 41 anni, ed ha subito un abuso dal suo portapizze, non ancora identificato. La storia la racconta oggi il Corriere della Sera.

Alto un metro e ottanta, la carnagione olivastra, l’aria sveglia. Non conosce il suo nome, perché non lo aveva mai visto prima. Ma non dimenticherà mai i suoi occhi scuri e quelle parole: «Sei a casa da sola?». Perché quella frase è stata l’inizio dell’inferno di Roberta. Violentata dal ragazzo che le aveva consegnato la pizza a domicilio. Violentata a Milano, in un quartiere della periferia est, lei donna single di 41 anni. Un inferno simile a quello di altre trecento donne nella città dell’Expo dove si registra un caso di abuso al giorno.

DONNA VIOLENTATA DA PORTAPIZZE: LA STORIA

– La donna vive sola, in un appartamento della periferia est di Milano. Alle 20.30 del 22 aprile ordina la pizza in casa.

Il tempo di aprire la porta e Roberta si trova di fronte un giovane nordafricano, alto, molto più del suo metro e sessanta scarso. Il ragazzo supera la soglia di casa mentre la 41enne prende il portafoglio. «Mi ha chiesto se fossi in casa da sola», scriverà Roberta nella denuncia. Lei dice di aver risposto con una battuta, senza pensarci: «Stasera siamo io e il gatto». È stato a quel punto che il giovane ha appoggiato il cartone della pizza su un tavolino e ha richiuso la porta alle sue spalle.
Roberta non ha il tempo di urlare: lui la butta sul divano, si getta sopra di lei, le strappa i vestiti. Inizia a toccarla e a spogliarsi. Lei non grida. Neppure quando il giovane nordafricano si ricompone, prende quaranta euro che trova nel portafoglio ed esce di casa. Da quel momento in poi la donna dice di non essere neppure riuscita a dare l’allarme. Lo farà alle sette di mattina del giorno dopo, 24 aprile, quando manda un sms ad un’amica: «Mi hanno violentata»

Sul caso indagano i carabinieri. Nonostante le informazioni ricevute l’uomo non è stato ancora rintracciato. Gli inquirenti indagano verificando le telefonate fatte alla pizzeria e anche una chiamata, arrivata dallo stesso locale al telefono della donna qualche ora dopo il fatto. Una chiamata a cui Roberta non ha risposto. La donna, dopo gli esami al Mangiagalli, il 24 aprile pomeriggio, è stata avvicinata in un bar sotto casa dal proprietario della pizzeria e da un «cugino» del violentatore: «Vediamo se possiamo sistemare quello che è successo». Lei era è scappata via, in lacrime. Persone a lei vicine raccontano come abbia il terrore di uscire di casa.

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DONNA VIOLENTATA DA PORTAPIZZE: SALVINI «SERVE CASTRAZIONE CHIMICA»

«Milano, una donna ordina una pizza a casa e viene violentata. Lo schifoso sarebbe un giovane egiziano, ancora libero. Quante altre violenze dovremo aspettare, prima di introdurre anche in Italia la pena, anzi la cura, della castrazione chimica?», ha dichiarato su Facebook il leader della Lega Nord Matteo Salvini.

(Foto di repertorio Getty Images)

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