Sgarbi contro l’ordinanza anti-prostituzione di Nardella: «È un atto squadrista»

19/09/2017 di Redazione

Continua a far discutere l’ordinanza anti-prostituzione emessa pochi giorni fa dal sindaco di Firenze Dario Nardella. Lo scopo è contrastare lo sfruttamento della prostituzione, ma le misure vanno a colpire i clienti, che rischiano l’arresto fino a 3 mesi o una multa fino a 206 euro. Nessuna sanzione è prevista invece per chi offre la prestazione, come è giusto che sia, dal momento che la prostituzione in Italia non costituisce reato. Se lo scopo è dissuadere i clienti, è chiaro che l’ordinanza andrà indirettamente a colpire anche le lucciole e, in ultima istanza – almeno è quanto si augura il primo cittadino – anche chi le sfrutta.

L’ORDINANZA ANTI-PROSTITUZIONE, NARDELLA: «È UNA MISURA DI SINISTRA»

Nardella, infatti, di fronte alle critiche, ha rivendicato la sua misura come “di sinistra”. «La guerra – ha spiegato il sindaco a Repubblica – non è né contro le prostitute né contro i clienti, ma contro chi sfrutta la prostituzione a tutela delle donne e della loro dignità. Se qualche multa servirà a salvare la libertà, la vita e la dignità, anche di una sola donna, sarà già un successo. C’è troppo silenzio nel nostro Paese su questo dramma che riempie di miseria umana le periferie delle nostre città».

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SGARGI: «L’ORDINANZA ANTI-PROSTITUZIONE DI NARDELLA È UN ATTO SQUADRISTA»

Una spiegazione che non è piaciuta a Vittorio Sgarbi, che oggi sul Quotidiano Nazionale ha incalzato:

Arrestare chi va con le prostitute è “un atto di sinistra”, secondo il sindaco di Firenze, Nardella, che è entrato in un vicolo cieco. Infatti, si potrebbe dire, in una visione libertaria, pannelliana, che si tratta invece di un atto squadrista, come era bastonare gli omosessuali e dar loro l’olio di ricino, al tempo del Fascismo. Perché infatti non darlo anche ai clienti delle prostitute per riportarli sulla buona strada, che non è quella dove le prostitute battono, e dove hanno il posto di lavoro? Disperdendo i clienti, dovrei immaginare una cassa integrazione per le prostitute spontanee, di cui risulta l’esistenza anche al dc Carlo Casini. La contraddizione è evidente. Con l’obiettivo di punire gli sfruttatori, la scelta di punire gli sfruttati appare sorprendente.

Foto copertina: ANSA

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