La convivenza con i droni si annuncia problematica

11/01/2014 di Mazzetta

AFGHANISTAN-GERMANY-DEFENCE

UNA PRESENZA INQUIETANTE – C’è poi che i droni fanno rumore, sia i piccoli quadricotteri che i fratelli maggiori destinati a volare a quote più alte emettono un rumore persistente e fastidioso, ancora di più se associato a un dispositivo di sorveglianza o, nel caso delle popolazioni sotto sorveglianza e bombardamento semi-automatizzati, a minacce più consistenti come quella alla sopravvivenza stessa. Non stupisce che nelle aree pattugliate con costanza dai droni la popolazione abbia sviluppato chiari segni di nevrosi, è come vivere sotto una spada di Damocle, anche perché i ragazzi che premono il grilletto dagli Stati Uniti spesso lo fanno sulla base del mero sospetto o addirittura sulla probabilità che un dato assembramento possa essere un raduno di cattivi.

SONO GIÀ PARTITI – Negli Stati Uniti come al solito sono avanti, anche se poi dal punto di vista squisitamente militare la nuova tecnologia essendo più economica andrà a beneficiare su tutti i paesi e i regimi che non si possono permettere gli aerei da combattimento veri. Il governo americano procede già verso l’apertura dei cieli domestici ai droni, l’autorità per il traffico aereo (FAA) è attesa al varo delle prime linee guida nel 2015 e già ora è stata autorizzata l’individuazione e la costituzione di aree di test nelle quali sviluppare la tecnica e osservarla in azione al fine di prendere provvedimenti sensati prima del suo sdoganamento definitivo.

UN MURO CONTRO I DRONI – L’industria aeronautica si è subito lanciata in avanti, ma ha incontrato inattese resistenze. In Texas ad esempio l’area per i test si fatica a trovare nonostante l’estensione dello stato, anche perché i test hanno senso se svolti al di sopra di un’area urbana, che offre molte più possibilità d’impiego di quelle che si possono trarre da una landa desertica. I cittadini di diverse contee del Texas però hanno già messo le mani avanti e prima ancora che arrivassero le richieste si sono affrettati a dichiarare la loro contrarietà al sorvolo del loro territorio da parte di velivoli senza pilota.

NON SI LASCIANO CONVINCERE – Nemmeno la promessa di diventare la Silicon Valley dei droni sembra eccitare particolarmente gli abitanti della parte occidentale dello stato, che invece hanno messo insieme uno stock di preoccupazioni capace di convincere ampie maggioranze di cittadini e legislatori. Un atteggiamento che non è solo texano, sono già otto gli stati americani che hanno varato leggi o siglato petizioni di principio contro il dispiegamento di droni da parte di agenzie pubbliche o aziende private. L’impressione condivisa dagli oppositori è che prima di aprire le gabbie dovrebbero essere chiarite diverse questioni di principio, su tutte quelle dell’affollamento del cielo e dell’invadenza della sorveglianza aerea, perché è chiaro che i droni non bombarderanno, ma è altrettanto chiaro che ogni drone porta a bordo un set di sensori e che la principale occupazione di queste macchine sarà la sorveglianza o comunque la raccolta di dati.

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