Report, pacemaker senza certificazioni: blitz all’Istituto Superiore di Sanità
07/10/2014 di Redazione
Laboratori in disuso, personale assunto per certificare la sicurezza dei dispositivi senza che abbiano le dovute competenze tecniche e, sopratutto, migliaia di pacemaker, defibrillatori e neurostimolatori privi della necessaria documentazione di conformità. Domenica sera, dopo la lunga inchiesta sulla pizza, Report si è occupato di quanto accadrebbe all’Istituto Superiore di Sanità, unica autorità italiana deputata a certificare l’idoneità dei dispositivi – come appunto i peacemaker – che vengono impiantati nel corpo dei pazienti. Ma Sigfrido Ranucci, che ha portato le telecamere di Report negli uffici dell’ISS, ha svelato uno scenario inquietante: i macchinari che dovrebbero essere impiegati per eseguire i test sui dispositivi sono vecchi o addirittura non funzionanti, con il risultato che quegli stessi dispositivi vengono certificati come “idonei” senza che siano sottoposti ai test qualitativi previsti per legge. (Qui l’inchiesta di Report)
TEST DI CONFORMITÀ VECCHI DI CINQUE ANNI – L’inchiesta di Report, andata in onda nella tarda serata di domenica, ha subito fatto scattare i controlli della Guardia di Finanza che lunedì ha perquisito gli uffici dell’ISS dopo la decisione del Pm Giorgio Orano di aprire un fascicolo sulla vicenda, affidando le indagini alle Fiamme Gialle. Gli investigatori avrebbero trovato una situazione identica a quella documentata dalle telecamere del programma di Rai3: e dei risultati delle prime perquisizioni ne parlava ieri il Corriere della Sera:
[…] È stato trovato addirittura un plico di certificazioni con un post-it allegato con sopra scritto “mancano i rapporti di conformità” , quei rapporti che vengono fatti solo in presenza dei test eseguiti in laboratorio. Sarebbero stati trovati solo vecchi rapporti di conformità risalenti addirittura al 2009 , con i risultati anche approssimativi. E sarebbero state raccolte le prime ammissioni tra alcuni dipendenti che avrebbero rivelato che per quelle certificazioni non sono mai state fatte le prove.
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L’INDAGINE DISPOSTA DAL MINISTRO LORENZIN – Anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto al Commissario straordinario dell’ISS, Gualtiero Ricciardi, di avviare «un’indagine amministrativa urgente» per accertare quello che stia realmente accadendo all’Istituto Superiore di Sanità, mentre Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro per chiarire come sia potuto succedere che un organismo deputato alla certificazione di dispositivi medici salvavita possa aver agito con tale trascuratezza. L’ISS, infatti, è anche uno degli organismi notificati a livello europeo – e non solo italiano – per la certificazione di tali dispositivi. Per questo lo scandalo potrebbe assumere dimensioni ancora maggiori, sopratutto alla luce del fatto che, come mostrato da Report, l’ISS sarebbe stato a conoscenza del non funzionamento del laboratorio già dal settembre di quattro anni fa. Anche il Codacons ha presentato un esposto alla Procura di Roma:
E viene chiesto di indagare su un buon numero di ipotesi di reato: omissione in atti di ufficio, lesioni gravissime, frode in commercio, produzione e vendita di prodotti pericolosi, attentato alla “vita” e alla “salute”, violazione dell’art. 32 della Costituzione e omesso controllo e vigilanza.
(Photocredit copertina: report.rai.it)