Pantani, il medico legale: «Ucciso dagli psicofarmaci»
09/03/2015 di Redazione
Ultimo capitolo del caso Pantani. La perizia dell’Istituto di Medicina legale di Verona consegnato nei giorni scorsi alla Procura di Rimini esclude l’omicidio tra le caude della morte del campione romagnolo di ciclismo. Ad uccidere il vincotore del Giro d’Italia e del Tour del France ’98 sarebbe stata infatti un’overdose di psicofarmaci, mentre l’assunzione di cocaina sarebbe stata solo una concausa del decesso. Marco Pantani, insomma, il 14 febbraio 2004 chiuso in una stanza del Residence Le Rose di Rimini avrebbe assunto troppe pasticche, e troppo potenti, di antidepressivi.
MORTE PANTANI, NUOVA PERIZIA – Il caso della morte di Pantani, come spiega Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera, era stato riaperto lo scorso anno dal pubblico ministero Paolo Giovagnoli sulla base di una denuncia presentata dalla madre del ciclista, Tonina. La famiglia del Pirata ipotizzava uno scenario agghiacciante, avvalorato dalla consulenza del direttore sella sezione di medicina legale dell’Università di Ferrara, Franceso Maria Avato. Secondo la denuncia della mamma di Pantani, qualcuno si sarebbe introdotto nella stanza dove soggiornava il campione costringendolo a bere una dose mortale di cocaina diluita. Ora, nella consulenza firmata dal direttore dell’Istituto di medicina legale di Verona Franco Tagliaro, il ruolo della sostanza stupefacente viene ridimensionato. A favorire la nuova analisi è stato il ritrovamento di campioni di sangue e urine di Pantani, che inizialmente si credeva non più disponibili.
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MORTE PANTANI, ABUSO DI PSICOFARMACI – Sono state dunque eseguite una cromatografia liquida, l’esame che individua le componenti della miscela letale, e una spettometria di massa, per individuare eventuali sostanze sconisciute e il loro peso. La conclusione della perizia spiega che negli ultimi suoi giorni di vita il Pirata ha assunto psicofarmaci in maniera smodata. In particolare Venlafaxina e Trimipramina. Quindi Pantani avrebbe assunto farmaci ed anche cocaina, ma in misura minore rispetto a quanto emerso fino ad oggi. Scrive il medico legale: «L’azione combinata può giustificare pienamente la morte». Resta un unico interrogativo: il Pirata ha sbagliato dosi o voleva suicidarsi?
(Foto di copertina da archivio LaPresse)