Doveva essere una visita storica, un messaggio di solidarietà lanciato da papa Francesco contro il dramma delle morti in mare dei migranti, dal luogo simbolo di Lampedusa. In realtà, è diventato un caso politico: se si attendevano gli attacchi dei leghisti, sono arrivate le “precisazioni” dei parlamentari del Pdl, con in testa Fabrizio Cicchitto, alle quali si aggiungono numerosi articoli, più o meno critici, da parte dei giornali di destra, come Libero e il Giornale. Il quotidiano di Sallusti azzarda pure un presunto “effetto Papa“: “Sono ripresi gli sbarchi, Lampedusa non sarà più la stessa”, si legge.
IL PDL “CORREGGE” BERGOGLIO SULL’IMMIGRAZIONE – Il post Lampedusa ha attirato le reazioni della politica, da destra a sinistra. Sulla vicenda era intervenuta anche il ministro Kyenge, simbolo dell’Italia multietnica e vittima degli attacchi di leghisti e “berluscones” per la sua battaglia sullo Ius soli, l’estensione del diritto di cittadinanza e la volontà di rivedere le norme sul reato di immigrazione clandestina: “Il Papa scuote le nostre coscienze e incoraggia chi dalle politiche dell’indifferenza vuole passare a quelle dell’accoglienza”, aveva spiegato. Da destra, invece, la visita del pontefice a Lampedusa ha scatenato non poche perplessità. E non sono mancati gli attacchi al centrosinistra, accusato di “voler strumentalizzare il pontefice”. Il primo a intervenire, per il Pdl, era stato Fabrizio Cicchitto: “Governare è una cosa, predicare è un’altra”, aveva spiegato, commentando le richieste di Bergoglio, che dall’isola mediterranea aveva invitato la politica a non dimenticare le stragi in mare degli immigrati. Indossando un’insolita veste laica, il deputato del Pdl si è lanciato nel chiedere che “vada affermata una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa”. Quantomeno strano per un partito che in passato non si è certo tirato indietro, quando, in ottica elettorale, cercava il consenso della Santa Sede in questioni come diritti delle coppie di fatto, finanziamenti alle scuole private e cattoliche, sperimentazioni sulle staminali, testamento biologico ed eutanasia.
GLI ATTACCHI DEI GIORNALI DI DESTRA – Ma non è stata soltanto la politica a lanciarsi nell’analisi della visita papale, la prima della storia del Vaticano a Lampedusa, trasformando l’evento in dibattito politico. Non erano bastate le polemiche dei lettori del Giornale e le “precisazioni” dello stesso quotidiano, che ha invitato “a non fare del Papa un fan dei clandestini”. Anche oggi Libero e il Giornale sono tornati a “pontificare”. Nel primo caso il commento è stato affidato alla penna di Martino Cervo, che ha attaccato la sinistra: “Che sport desolante il tiro della talare”, è il titolo del suo articolo, dopo che già il quotidiano aveva attaccato la sinistra e ministro Kyenge perché considerati colpevoli di “rilanciare la politica delle porte aperte”. Si legge: “Ecco lo spettacolo a cui tocca assistere: [..]..se a destra lo schema prevede la puntuale distinzione tra il messaggio del Papa e l’azione del governo, a sinistra si loda l’alto esempio morale”, si spiega, sottolineando come la politica cerchi di strumentalizzare il pontefice. Ma le critiche maggiori sono per il ministro Kyenge:
Il punto più strumentale è probabilmente toccato dalla Kyenge, che, oltre a erigere le parole del Papa a viatico di progetto politico, passa al cavallo di battaglia più volte riesumato e poi smentito dello ius soli: dopo la visita a Lampedusa, dice, è ora di «ricercare una cittadinanza che sia vera ed esigibile». Anche qui il nesso è labile: concedere la cittadinanza a chi tocchi le coste può in qualche modo diminuire le tragedie del mare sulle quali ha pianto Bergoglio o non rischia di essere un incentivo ad altre traversate di disperati?”
Photocredit: Il Giornale
IL GIORNALE E L“EFFETTO PAPA” – Perplessità, invece, per la ricostruzione del Giornale, che lancia un originale “effetto Papa”, dopo la visita a Lampedusa. “In solo 24 ore quasi seicento profughi sono approdati sull’isola. Ma l’ondata è destinata a proseguire”, si legge, accostando l’evento al messaggio lanciato dal pontefice. Si legge:
“Una ripresa degli sbarchi c’è stata negli ultimi sette giorni. Una coincidenza t e m p o r a l e con l’annuncio della visita pastorale che potrebbe far pensare a un vero e proprio «effetto Papa». Anche perché da queste parti è il mare che comanda, di solito. E in questi giorni le onde non sono state particolarmente clementi. Il totale degli sbarchi, in appena sette giorni, è arrivato a 1161. In 559 sono approdati subito dopo la partenza di Francesco”.
Un articolo che si aggiunge alle precisazioni di ieri, in cui un intervento dello studioso Giordano Bruno Guerri titolava: “Giusto pregare, ma le leggi vanno rispettate”. C’è anche Giuliano Ferrara, che sul Foglio, pur definendo “meraviglioso” il gesto di Francesco, prova a smontare la tesi della “globalizzazione dell’indifferenza”: “E’ alla radice della speranza”, spiega, sottolineando come “la forza impersonale di un sistema di libera circolazione di merci e persone si è affermata con effetti sorprendenti di riduzione del tasso di povertà”. Infine, non poteva mancare nemmeno la precisazione leghista, a firma Calderoli: , con tanto di “curiosa dissonanza” tra la legislazione dello Stato vaticano sull’immigrazione rispetto alle dichiarazioni rese dal Papa a Lampedusa. “La legge III del 1999 sulla cittadinanza recita all’articolo 21: “coloro che si trovano nella città del Vaticano senza avere l’autorizzazione prevista possono essere espulsi anche con la forza pubblica”, ha ricordato Calderoli.