Papa Francesco e la libertà di espressione, ecco cosa ha detto
16/01/2015 di Tommaso Caldarelli
Papa Francesco e la libertà di espressione, il pontefice argentino ha colloquiato ieri con i giornalisti sul volo UL111 che lo ha portato dallo Sri Lanka alle Filippine nell’ambito del viaggio apostolico nel Sud Est Asiatico. Le sue affermazioni sono state già largamente riportate dalla stampa nazionale ed internazionale, ma il colloquio del Papa con i giornalisti è interessante nella sua interezza per più di un rimando che il pontefice fa.
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PAPA FRANCESCO E LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE – Come è noto, il Papa ha commentato ieri e preso posizione riguardo gli attentati terroristici al giornale satirico francese Charlie Hebdo, riflettendo sul limite fra libertà religiosa e libertà di espressione. Entrambi, dice il Papa, “sono diritti umani”. La libertà religiosa è di ogni uomo, ma “non si può uccidere in nome di Dio, è un’aberrazione”. Bisogna praticare la propria religione “senza offendere, liberamente, e così vogliamo fare tutti”, anche perché nella storia della cristianità “quante guerre di religione abbiamo avuto!”. Sulla libertà di espressione, poi, il passo più controverso: “Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Ognuno ha il diritto e il dovere di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. Avere questa libertà, sì, ma senza offendere. Se il dottor Gasbarri, che è un mio amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno! Ma è normale! Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri”.
PAPA FRANCESCO CITA IL BENEDETTO XVI DI RATISBONA – Un passaggio molto interessante è quello in cui il Pontefice si richiama esplicitamente al suo predecessore: Papa Benedetto, dice Francesco, “lo ha detto in un discorso”, quello a Ratisbona del 2006, “ha parlato di una mentalità post-positivista che alla fine porta a credere che le religioni o le espressioni religiose siano una sorta di sottocultura, tollerare ma poca cosa, non sono nella cultura illuminata”. Il discorso di Ratisbona di Joseph Ratzinger fu quello pronunciato nella Lectio Magistralis davanti all’Università di Regensburg in cui, nell’ambito di un discorso molto più ampio, in alcuni passaggi sembrò criticare la religione islamica sopratutto verso le sue frange più volente, e in seguito sostenne che l’Islam si troverebbe oggi “con grande urgenza davanti a un compito molto simile a quello che ai cristiani fu imposto a partire dai tempi dell’illuminismo e che il Concilio Vaticano II, come frutto di una lunga ricerca faticosa, ha portato a soluzioni concrete per la Chiesa cattolica”. Un atteggiamento che causò immani proteste nel mondo mussulmano e che venne addebitato alla scarsa capacità comunicativa del Papa-Teologo.
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PAPA FRANCESCO: “PAURA PER I FEDELI” – Per la sua rigidità espressiva, anche riguardo al caso Ratisbona, alla fine del papato Der Spiegel definì Benedetto XVI “incapace di fare il Papa”. Papa Francesco ora, muovendo da quelle premesse, lo afferma senza mezzi termini: “C’è un limite. Ogni religione ha una dignità, ogni religione che rispetta la vita e la persona umana, e io non posso prenderla in giro”. Vero è anche che “dietro ad ogni kamikaze”, dice il Papa, “c’è uno squilibrio, umano, non so se mentale ma umano”. C’è chi da la propria vita per costruire, “come i missionari”, mentre il kamikaze dà la propria vita per “autodistruggere”. L’allarme terrorismo è ai massimi e il Pontefice si dice “preoccupato per i fedeli” ma non per la sua incolumità: “Io ho un difetto, una bella dose di incoscienza. Se a me accadesse qualcosa? Ho detto al Signore: chiedo una grazia, che non mi faccia del male, perché non sono coraggioso davanti al dolore”.