Papa Francesco, la minaccia dell’Isis e dei lupi solitari

Il Papa intenzionato a visitare il Kurdistan per lanciare un appello a favore dei cristiani, ma fermato dai servizi segreti per il rischio di subire un attentato di matrice terroristica. È il retroscena raccontato oggi dal Corriere della Sera in un articolo a firma Massimo Franco. Sarebbe accaduto nel mese di agosto scorso. Di ritorno dal viaggio in Corea del Sud il Pontefice avrebbe manifestato l’intenzione di recarsi nelle terre del Medio Oriente martoriate dalla violenza dei gruppi jihadisti (il Kurdistan è infatti area che si trova tra Siria, Turchia, Iraq e Iran). Gli 007 avrebbero impedito che si materializzasse questo desiderio del vescovo di Roma, spiegandogli i rischi connessi al cambio di programma. I pericoli maggiori sono legati non ad un grande attentato, ma alla possibilità di azione di un lupo solitario. Desta particolare attenzione l’atomizzazione dell’eversione.

 

Papa Francesco incontrerà il ragazzo seviziato col compressore
Alfredo Falcone/LaPresse

 

PAPA FRANCESCO, MISURE CONTRO AZIONI EVERSIVE – L’allerta è ovviamente massima anche negli spostamenti quotidiani del Papa, nonostante la sua insofferenza nei confronti delle stringenti misure di sicurezza. Resta un’incognita la decisione di vivere a Santa Marta, in una residenza super controllata, separata dall’Italia solo dalle mura che danno su via di Porta Cavalleggeri, dove forniture di alimenti arrivano dall’estero. Ma i rischi aumentano anche e soprattutto nel corseo delle udienze, durante le quali il Pontefice cerca di incontrare e intrattenersi con il maggior numero possibile di persone. È in quelle occasioni probabilmente che Francesco manifesta disappunto. Franco sul Corriere della Sera ricorda che alla Gendarmeria vaticana hanno faticato per convincere il Papa ad accettare un minimo di prevenzione. In una visita del dicembre 2013 pare abbia risposto «sull’auto blondata ci salite voi!» a chi lo invitava a salire su una vettura protetta.

PAPA FRANCESCO, ALLERTA COSTANTE – Sarebbe poi successo qualcosa di simile anche nel caso della visita a Caserta, quando Francesco decise di andare a far visita ad un amico protestante. Non fu facile fargli capire che l’iutilizzo dell’auto al posto dell’elicottero avrebbe causato problemi maggiori. Insomma non si tratta sicuramente di un Papa «gestibile». E oltretutto il modello di religiosità che prevede la distruzione di ogni diaframma tra Pontefice e sudditi certamente lo rende obiettivo terroristico potenzialmente «facile». Un’ipotesi, quella della maggior esposizione ai pericoli di un piccolo o grande attentato, valutata ancora con maggiore attenzione dopo che una rivista di riferimento dello Stato Islamico ha pubblicato l’immagine di piazza San Pietro con l’obelisco sovrastato da una bandiera nera.

(Foto di copertina: Alfredo Falcone / LaPresse)

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