I parlamentari cambiano partito? In questa legislatura è boom
24/03/2015 di Donato De Sena
I parlamentari hanno cambiato partito con maggiore frequenza durante i governi di Enrico Letta e Matteo Renzi rispetto al periodo in cui a Palazzo Chigi salivano Silvio Berlusconi e Mario Monti. È questo il principale dato che emerge da una serie di statistiche di Openpolis, l’associazione che realizza piattaforme online per il monitoraggio dell’attività di Camera e Senato.
CAMBIO GRUPPO IN PARLAMENTO, 235 IN DUE ANNI – Nella passata legislatura, 2008-2013, sono stati esattamente 261 i passaggi da un gruppo parlamentare all’altro di deputati o senatori. Complessivamente si contano 180 parlamentari coinvolti nei cambi di casacca, 120 a Montecitorio e 60 a Palazzo Madama.
Invece, nei soli primi due anni della legislatura in corso, cominciata il 15 marzo 2013, secondo Openpolis, i cambi di gruppo sono stati 235 e hanno riguardato ben 185 parlamentari, 95 deputati e 90 senatori. Mediamente i passaggi da una componente parlamentare all’altra sono stati 15 al mese durante il governo Letta e 8 al mese durante il governo Renzi. Erano però solo 5,56 quando l’esecutivo era guidato da Berlusconi e 2,94 ai tempi dell’esecutivo Monti.
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CAMBIO GRUPPO IN PARLAMENTO, FI E SCELTA CIVICA I PARTITI PIÚ COLPITI – Dunque, quali partiti sono stati maggiormente interessati dal valzer di deputati e senatori? Senza dubbio a vivere una profonda mutazione nella sua composizione è stato il centrodestra berlusconiano, stravolto dalla nascita del Nuovo Centrodestra e dalla fuga da Forza Italia. Il gruppo di Area Popolare, formazione che unisce Ncd e i centristi dell’Udc, nato a fine 2014, può vantare 70 rappresentanti tra deputati e senatori. Mentre Forza Italia, di cui fanno parte oggi solo 130 parlamentari, 70 alla Camera e 60 al Senato, ad inizio legislatura contava 188 membri (53 in più di quelli odierni). Un brusco ridimensionamento è poi quello di Scelta Civica per l’Italia. La formazione centrista che alle Politiche del 2013 proponeva Monti come candidato premier ha visto i propri parlamentari cambiare casacca per approdare al Pd renziano o verso Area Popolare ed è scesa da 68 a 25 (-43) membri complessivi, 23 a Montecitorio e solo 2 a Palazzo Madama (Benedetto Della Vedova e Mario Monti, iscritti al gruppo misto). Perde terreno anche il Movimento 5 Stelle, che, in seguito alle epurazioni ordinate da Beppe Grillo o all’uscita di dissidenti, ha perso 36 parlamentari, 18 deputati e 18 senatori, passando da 163 componenti dei gruppi a 127.
CAMBIO GRUPPO IN PARLAMENTO, PD PIÚ NUMEROSO – Chi non sembra affatto penalizzato dai cambi di casacca è il Partito Democratico, che in due anni è riuscito ad aumentare la pattuglia di parlamentari da 399 a 422 unità. Ad infoltire le fila del partito di Renzi sono stati soprattutto i nuovi arrivi di deputati e senatori di Scelta Civica o Sel (scesa da 44 a 33 parlamentari, 26 alla Camera e 7 al Senato). Lo scorso mese di giugno 11 deputati del partito di Nichi Vendola hanno abbandonato il loro gruppo per finire quasi tutti (10 su 11) al Pd. A febbraio, come già fatto nel 2014 da altri compagni di gruppo, sono giunti invece al partito renziano 7 parlamentari di Scelta Civica, 2 deputati e 5 senatori. Un primo sostanziale ridimensionamento il gruppo Scelta Civica, in realtà lo aveva già vissuto nel dicembre 2013 con la nascita del gruppo Per l’Italia, poi quasi interamente svuotato 12 mesi dopo con la nascita di Area Popolare. Piuttosto, stabile, infine, la Lega Nord di Matteo Salvini, i cui gruppi sono passati da 39 a 35 componenti.
(Foto di copertina di Roberto Monaldo da archivio LaPresse)