Pensioni d’oro, “Trota” e Minetti alla Regione Lombardia: «Ridateci i soldi»
23/07/2014 di Alberto Sofia
Non bastavano le “spese folli” con i soldi dei contribuenti, secondo le contestazioni della Procura di Milano che li ha indagati con l’accusa di peculato. Per Nicole Minetti e Renzo Bossi, in “arte” il Trota, è tempo di nuovi (incassi) al Pirellone. Come ha spiegato il Messaggero, timorosi della possibile “stretta” nel nome del rigore e della spending review sui vitalizi, anche il figlio del Senatùr leghista e l’ex consigliera regionale del Pdl (fu eletta nel listino bloccato di Roberto Formigoni) hanno bussato alle porte della tesoreria della Regione. Così come tanti altri ex in attesa della pensione. L’obiettivo? Chiedere (e ottenere) indietro i contributi versati negli anni di mandato. Tutto a norma di legge. Così Minetti è rientrata in possesso di 79mila 600 euro, mentre il Trota di 55mila 500.
PENSIONI D’ORO, MINETTI E IL TROTA: «LA REGIONE CI RIDIA I SOLDI» – Agli eletti del Pirellone era permesso ritirare, al termine della legislatura, i contributi versati in vista della futura pensione (che scattava una volta compiuti 60 anni di età). Considerate le notizie di “tagli” in arrivo dal Pirellone, è stata lunga la marcia di ex eletti che sono corsi ai ripari e hanno preferito un incasso sicuro, più che una pensione incerta. Come ha spiegato il Corriere della Sera, già gli stessi vitalizi che scattavano al 60esimo anno di età erano stati aboliti nella scorsa legislatura. La norma, però, non essendo retroattiva, non è applicabile a chi già percepiva il vitalizio o ne sta maturando i requisiti. Per questo da mesi al Pirellone stanno studiando come poter dare una “sforbiciata” ai vitalizi d’oro di cui beneficiano (o lo faranno presto) gli ex colleghi. Lo stesso presidente dell’aula, Raffaele Cattaneo, aveva proposto di innalzare l’età dai 60 ai 66 anni. La Lega Nord ha accelerato e rilanciato: non basta l’innalzamento, anche un taglio degli importi per chi già può godere del vitalizio. Decurtazioni tra il 5 e il 10% delle cosiddette “pensioni d’oro”.
Per questo motivo non pochi ex consiglieri si sono affrettati a rivolgersi alla tesoreria della Regione Lombardia. Non soltanto i due nomi più noti, Nicole Minetti e Renzo Bossi (al leghista già la Regione aveva chiesto di restituire 22mila euro, dopo le contestazioni della Corte dei conti sulle spese non giustificate).
Nella lunga lista di chi ha chiesto indietro i soldi versati come contributi c’è anche Domenico Zambetti, accusato nel 2013 di voto di scambio con le ‘ndrine, di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, come ha ricordato il Messaggero. All’ex eletto del Pdl sono tornati indietro circa 73mila euro. Ma nella lista ci sono anche Massimo Ponzoni (Pdl, 144mila euro circa), Massimo Cipriano (Ds, 145mila euro). Così come Romano La Russa (41mila euro) e non solo.
I 221 vitalizi destinati agli eletti che superano i 60 anni di età costano circa 620mila euro al mese. Nonostante i tentativi di tagliare le pensioni d’oro, dura è stata la resistenza dell’associazione che mette insieme gli ex eletti del Pirellone. Ma la riforma, promettono dal Consiglio regionale, si farà. Non pochi, per evitare “sorprese”, hanno preferito non perdere tempo e passare all’incasso.