Perchè la cannabis farà bene al Pil
25/03/2014 di Dario Ferri
La cannabis fa bene alla congiuntura. L’Eurostat vuole incrementare nel calcolo del Prodotto interno lordo la quota già rilevata di economia sommerso da includere nella computazione della ricchezza prodotta dai paesi europei. Ora anche lo spaccio di droghe o il traffico di sigarette saranno incluse, così da aumentare il Pil dell’eurozona.
CANNABIS NEL PIL – Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung rivela come nel prossimo calcolo del Prodotto interno lordo realizzato dall’istituto di statica dell’Unione Europea, Eurostat, il peso dell’economia sommersa sarà incrementato. Il lavoro nero è già computato all’interno della ricchezza nazionale dei paesi, ma Eurostat ha deciso ora di prendere in considerazione anche altre attività economiche che sfuggono ai controlli dello stato. Una di essa è il traffico delle droghe, ed è per questo motivo che l’articolo del quotidiano tedesco in merito si intitola, con un po’ di sarcasmo, fumare cannabis per la congiuntura. Più marijuana e hashish saranno consumate, infatti, maggiore sarà il loro apporto alla causa della crescita del Prodotto interno lordo, il parametro di riferimento per valutare l’economia di un paese, lo stato dei suoi conti pubblici e la sostenibilità del suo debito. Le novità nel nuovo sistema di calcolo del Pil saranno introdotte a partire dal mese di settembre del 2014, e daranno un beneficio, certo non enorme, ma comunque tangibile, al numero magico diventato sempre più rilevante a causa della crisi del debito sovrano.
CANNABIS E ECONOMIA – Il quotidiano tedesco rimarca che nel 2015 il prodotto interno lordo aumenterà non solo per il probabile miglioramento congiunturale dell’eurozona, ma anche perché ci saranno altri fattori da computare, come lo spaccio di droga e il traffico di sigarette. «In futuro la vendita come il consumo di droga e di sigarette illegali aumenteranno la prestazione economica di un paese. Lo vuole l’Unione Europea, che ha delineato le nuove linee guida per il calcolo del Pil. In esse saranno presenti anche nuove computazioni per le spese in ricerca e sviluppo. Se prima erano calcolate come consumi intermedi, e quindi non incluse nella ricchezza nazionale complessiva, ora saranno valutate come investimenti. Un parametro che varrà anche per i beni militari, che sarà giudicato come investimento anche non considerando il suo potenziale distruttivo, come ha richiesto la stessa Eurostat».Secondo i calcoli dell’istituto statistico tedesco, il Pil potrebbe incrementare di tre punti percentuali grazie alla nuova metodologia.
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ECONOMIA SOMMERSA E PIL – Per l’Italia l’aumento del Pil sarà più contenuto, anche alla luce di spese in ricerca e sviluppo sensibilmente inferiori rispetto alla Germania. Maggiore potrebbe essere l’apporto dato dalla cannabis, dalle altre droghe così come dal traffico di sigarette, anche se finora nessun esperto si espone in stime di difficile realizzazione. Come rimarca SZ, il calcolo stesso della componente di economia sommersa all’interno del Pil, già presente nel nostro paese da quasi 30 anni, non è per nulla facile. L’Istat ha comunicato l’ultima rilevazione sul sommerso nel 2012, e già allora la parte dell’economia illegale dava un contributo importante, fino al 32% nel settore agricolo, alla creazione di ricchezza nazionale. I nuovi metodi di calcolo di ESA 2010 dovrebbero aumentare il peso delle attività illegali come appunto il commercio di droga, la prostituzione o il traffico di sigarette. Un metodo già introdotto in Svizzera a fine 2012, e che ha suscitato un po’ di stupore anche in Gran Bretagna, visto che ora ESA 2010 diventerà obbligatorio per tutti i paesi membri dell’UE.
LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS – Se la cannabis fosse legalizzata la ricchezza creata dalla sua produzione così come dal suo consumo sarebbe calcolata in modo molto più facile. Dopo l’Uruguay e gli stati americani di Colorado e Washington anche in Svizzera si discute di come vendere in modo legale l’hashish e la marijuana. Una commissione del Parlamento federale elvetico si sta occupando di questa tema, e una nuova proposta sembra avere incontrato un discreto favore. Thomas Kessler, ex incaricato delle politiche sulla droga del Canton Basilea-città, ha spiegato come si dovrebbe legalizzare la produzione della cannabis, permettendo agli agricoltori delle zone più depresse economicamente di coltivare la pianta. In questo modo lo stato potrebbe controllare la quantità prodotta, per poi rivenderla sotto strette condizioni ai maggiorenni. Una proposta che avrebbe il vantaggio di controllare il mercato in modo più efficace rispetto a politiche proibizioniste che, secondo Kessler, hanno conseguito più danni che benefici. In Svizzera nel 2008 fu bocciato un referendum per la legalizzazione della cannabis, ma da un po’ di tempo il governo elvetico vuole discutere di una riforma della normativa che disciplina il consumo e la produzione delle droghe leggere.