Perché l’euro è troppo basso per la Germania

21/02/2014 di Dario Ferri

L’euro ha una quotazione troppo bassa per la Germania, ed è una moneta che non tutela l’economia tedesca dalla possibile spirale inflazionistica favorita dalle politiche della Bce. Per questi motivi l’ex capo economista di Deutsche Bank Thomas Mayer ritiene necessaria l’introduzione di un euro duro per garantire i risparmiatori e le aziende tedesche.

The Eurozone Crisis Deepens As Greece Attempts To Avoid Bankruptcy

EURO DEBOLE – Per Thomas Mayer, ex capo economista di Deutsche Bank, l’euro è una moneta troppo debole per la Germania. Il valore attuale e le politiche monetarie della Bce, decise in favore degli Stati del Sud Europa, sono per Mayer motivo per la Germania di introdurre un nuovo euro capace di avere una quotazione più alta sui mercati. Il Deuro proposto dall’economista è una riedizione della sua vecchia proposta, del Geuro, ovvero la moneta che la Grecia avrebbe dovuto introdurre per pagare i suoi debiti, permettendo ai suoi risparmiatori di non esser troppo colpiti dalla svalutazione della nuova divisa. Una doppia circolazione che avrebbe consentito ad Atene di recuperare competitività senza proseguire nell’austerità imposta dalla Troika,  ma evitato il panico finanziario di una rottura dell’unione monetaria. La proposta di Mayer non fu ovviamente accolta tra il 2011 ed il 2012, vista la risolutezza, arrivata dopo molte esitazioni, con cui la Grecia fu poi mantenuta all’interno dell’eurozona. Le politiche della Bce che sono state necessarie per sostenere i paesi in eurocrisi hanno però portato secondo Mayer ad una situazione insostenibile nel lungo periodo per la Germania.

 

DEURO CONTRO L’INFLAZIONE – Al Wall Street Journal l’ex capo economista di Deutsche Bank spiega perchè sia assolutamente necessaria l’introduzione del Deuro, una moneta non così debole come l’attuale valuta unica capace di garantire con maggior forza l’economia tedesca. « Se fosse autonoma la Bundesbank in questo momento fisserebbe un tasso di interesse al 3%, mentre la Bce ora l’ha collocato allo 0,25%, e sta pensando ad un ulteriore calo. Queste scelte potranno colpire sensibilmente la Germania: già lo si vede con i prezzi degli immobili, una spinta verso l’alto che potrebbe riguardare anche altri beni».  Il Deuro a cui pensa Mayer potrebbe garantire dall’inflazione provocata da una moneta troppo bassa. Il governo tedesco potrebbe emettere obbligazioni indicizzate ai prezzi al consumo, così che quando l’inflazione supera un determinato valore,  in bond sovrani saranno trasformati nel Deuro. In questo modo l’apprezzamento della moneta tedesca parallela a quella comune potrebbe proteggere la Germania contro l’inflazione.

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GUADAGNO TEDESCO – La valutazione di Mayer, rimarca lo stesso Wall Street Journal, è piuttosto distante dalle riflessioni della maggior parte degli economisti. L’euro è ragionevolmente più basso della quotazione che avrebbe il marco se in questo momento non ci fosse l’unione monetaria, ma sono considerazioni che comunque riguardano l’irrealtà. La valuta comune e l’allargamento del mercato unico all’Est ha fatto sì che, in presenza di un sensibile recupero di competitività effettuato dall’economia  tedesca nel decennio scorso, ora la Germania benefici dall’euro più degli altri paesi. Anche l’eurocrisi ha portato più vantaggi che svantaggi al paese più importante d’Europa, che ha beneficiato di una significativa discesa del costo del debito sovrano. Il governo ha ottenuto finanziamenti a basso costo, mentre le banche tedesche hanno ottenuto corposi vantaggi grazie alla rivalutazione dei loro asset in Bund. Un beneficio che ha permesso al sistema finanziario tedesco di evitare qualsiasi ombra del credit crunch che sta invece assestando colpi durissimi al Sud Europa da ormai molto tempo.

RISCHIO DEFLAZIONE – Nel pezzo che ospita le tesi di Mayer lo stesso Wall Street Journal sottolinea come al momento, più che un rialzo dei prezzi, sia probabile un fenomeno deflazionistico di loro graduale discesa. L’ex capo economista di Deutsche Bank indica in un possibile significativo aumento delle richieste salariali dei sindacatii, che però sono contraddette dalle stesse dichiarazioni di IG Metall, la confederazione dei metalmeccanici che riunisce il maggior numero di lavoratori tedeschi. Fenomeni di diminuzione dell’aumento dei prezzi, più che deflazione, hanno invece interessato la Germania come il resto dei paesi dell’eurozona. Il corposo surplus commerciale e il basso costo delle importazioni permettono all’economia tedesca, così come a quella dell’eurozona, di ottenere un rialzo dei prezzi sempre più contenuto. Il  crollo della domanda interna dei paesi del Sud Europea, e il significativo risparmio accumulato  in Germania, soprattutto da parte dell’aziende tedesche, indicano una realtà abbastanza diversa da quella tratteggiata da Thomas Mayer.

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