«Perchè l’Italia vuole più soldi se spreca i fondi europei?»
23/07/2014 di Andrea Mollica
I fondi europei sono utilizzati molto male dall’Italia, dispersi in microprogetti o sprecati come mostra un recente studio dei professori della Bocconi Perotti e Teoldi. Il quotidiano tedesco Die Welt si interroga a questo proposito quale sia il senso della richiesta di maggior flessibilità del governo Renzi, visto che poi i soldi in più che avrebbe teoricamente dall’UE sarebbero in pare gettati via oppure non utilizzati come è successo in questi anni.
L’ITALIA E I FONDI EUROPEI – Il quotidiano tedesco Die Welt dedica un’analisi piuttosto dura all’ingente spreco dei fondi strutturali dell’Unione Europea in Italia. Il pezzo parte con la pista ciclabile attorno al lago Trasimeno, in buona parte inutilizzabile, costruita grazie ai fondi europei. Un esempio di spreco citato da Inge Gräßle, presidente della commissione sui Controlli dei Bilanci del Parlamento europeo. « Nel periodo finanziario tra il 2000 ed il 2006 Italia, Grecia e Spagna hanno commesso il 95% delle infrazioni nell’utilizzo dei fondi comunitari. Un terzo di tutte quelle che riguardano i fondi per lo sviluppo regionale (FESR) e per il fondo sociale europeo sono ascrivibili all’Italia. Per questo motivo tra il 2000 ed il 2010 l’UE ha richiesto indietro 900 milioni di euro. L’europarlamentare della Cdu rimarca come l’Italia sia in testa da ormai 20 anni nella graduatoria degli errori e delle irregolarità nell’applicazione del bilancio europeo. «La presidenza del Consiglio dell’UE sarebbe una buona opportunità per il governo italiano, al fine di affrontare questa tematica e introdurre una riforma della pubblica amministrazione che corregga queste distorsioni».
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L’ITALIA E LA FLESSIBILITÀ – Una delle battaglie più caratterizzanti del governo Renzi è la maggior flessibilità sui bilanci chiesta all’UE. Se questa fosse accordata, si tradurrebbe molto probabilmente nello scorporo dal calcolo del deficit dei fondi comunitari. Die Welt però si chiede come la domanda decisiva sia: «Perchè l’Italia vuole ulteriore flessibilità per spendere di più? La gestione dei fondi europei evidenzia come non sia sufficiente avere maggiori mezzi finanziari. Affinché il denaro possa avere un effetto positivo, va utilizzato in modo mirato ed intelligente. In questo campo le cose non funzionano in Italia», sottolinea il quotidiano tedesco. Da una parte i fondi vengono dispersi in microprogetti il cui risultato viene valutato raramente. Una parte significativa dei mezzi finanziari comunitari non viene utilizzata, circa la metà. Nel nostro paese i fondi vengono poi impiegati in progetti spesso contrari agli obiettivi comunitari.
I FONDI EUROPEI E LA CORRUZIOEN – I mezzi dal punto di vista finanziario non mancano: secondo il sito Opencoesione.gov.it del governo italiano tra il 2007 ed il 2013 l’Italia ha avuto a disposizione 99,3 miliardi per stimolare l’economia. Circa 28 provenivano dal bilancio dell’UE, prima di tutto il Fondo per lo sviluppo regionale e il Fondo sociale. Uno studio di Roberto Perotti e Filippo Teoldi indica come 7,5 miliardi di euro in fondi per la formazione siano stati distribuiti in 500 mila progetti. L’impiego di queste risorse non è valutato, e le stesse regole nazionali, come il Patto di stabilità interno, pongono significativi problemi per il loro utilizzo, visto che necessitano il cofinanziamento nazionale. L’Italia è il quartultimo paese nella graduatoria dell’utilizzo dei fondi europei. Die Welt rimarca infine come spesso questi soldi siano impiegati in modo illegale. «La corruzione e l’economia ombra caratterizzano l’Italia, come mostrano i recenti casi del Mose e di Expo 2015. Un caso sintomatico riguarda il politico siciliano Francantonio Genovese. Il deputato PD è accusato di aver distorto i fondi per la formazione della città di Messina per società condotte dai suoi familiari e da persone a lui vicine». Genovese respinge le accuse, ma Die Welt si chiede a cosa servano più fondi europei, se in Italia il loro impiego è caratterizzato da miniprogrammi con minima efficacia, mezzi non utilizzati, infrazioni di regole e corruzione.
Photocredit copertina: Sean Gallup/Getty Images