Piazzapulita con Giovanni Favia

PIAZZAPULITA, LA DEMOCRAZIA NEL MOVIMENTO – Formigli parla con Toscani dicendo che secondo lui la televisione è ancora il posto in cui si parla di campagna elettorale ma, confrontandosi sull’idea che uno vale uno, si lancia un servizio-inchiesta che parte dalla storia di Matteo Viscardi che mostra come la sua password nel sito del Movimento sia stato bloccata nonostante sia iscritto da anni. Al sei febbraio era ancora iscritto mentre oggi non è così perché ha dissentito ed ha detto che ci sono cose da migliorare. L’uscita non è stata annunciata ma parlando con altri amici ha scoperto che sono molti a Bologna ed in tutta Italia ad essere stati cancellati senza essere avvertiti. A Bologna, aggiunge un altro militante, il Movimento è nato ed è lì che sta morendo perché molto sono stati cancellati senza spiegazione, con 500 persone tra consiglieri ed attivisti di base. E sono stati espulsi quelli che non erano d’accordo con Casaleggio, che secondo loro rappresenta Dio perché ha il controllo di strumenti che non possono essere gestiti da due persone. E Casagrillo, continua un altro ex-militante, facendo una crasi tra i due, si sono accorti che in questo sistema anche loro valevano uno come gli altri consiglieri. Ed ora invece cacciando quelli che non sono d’accordo riescono a tenere la base unita usando attivisti che non contano di fatto più nulla. Ed eliminare questa gente significa perdere 100.000 persone in tutta Italia e basta. E le persone vogliono costruire un altro movimento che vuole tornare all’idea originaria, senza leader. Si passa poi a Federica Salsi, espulsa dal Movimento Cinque Stelle, che dice che Casaleggio ha una lista di quelli che votano no e che in consiglio comunale c’è il contatto con Bugani che parlava con Gianroberto confrontandosi su chi è contro. Ed in Sardegna, continua la Salsi, non si sono candidati perché non c’era una persona controllabile da Casaleggio. Si arriva a Pizzarotti con le critiche al mancato attivismo. E dopo le critiche di Grillo viene intervistato il sindaco di Parma che si chiede se non c’è niente di meglio di cui parlare e che per quanto riguarda il dissenso interno, questo non esiste perché bisogna pensare ad un Movimento in crescita che deve porre le sue basi. E che non risponde quello che vuole sentirsi dire Piazzapulita.


PIAZZAPULITA, L’INCOGNITA BERLUSCONI – Grillo è antisistema per i fatti suoi ma il suo risultato è viziato da una diaspora, quella della Destra, che ad oggi sondaggi alla mano con Forza Italia, Ncd, Lega, Udc e Fratelli d’Italia potrebbe arrivare al 34,8 per cento. E con l’Italicum ed un’eventuale alleanza con Scelta Civica porterebbe al 39,6 per cento, con Centrodestra vincitore al primo turno. Toscani ricorda poi che Grillo non sta cercando il linguaggio dei telediotici e ci va in televisione perché lo vogliono loro e ci va anche se non vuole, a parte Piazzapulita. Favia dice che il gruppo di comunicazione, pagato dai soldi dei parlamentari e gestito da Casaleggio, soggetto privato, sceglie gli ospiti, gli antagonisti e le domande. E Toscani dice di aver capito perché l’han cacciato dal Movimento perché è un mitomane che menagramo ovunque va. Belpietro dice di averli avuti ospite senza vincoli e che il Pd a sua volta chiede di non invitare certi ospiti. Favia un po’ preso a pernacchie continua dicendo che i Cinque Stelle hanno un soggetto che allena le persone per andare in tv pagandoli con soldi pubblici, come avviene in tutto il mondo, continua Rondolino. E Favia dice che c’è un controllo forte dietro da parte di un soggetto. E parlando del rapporto con Bersani bisogna avere un’operazione verità. Il Pd non voleva un accordo con Berlusconi ed aveva cercato il Movimento Cinque Stelle. E quando arrivano le riforme come quella del Senato, fatta male ma che almeno rappresenta un punto di partenza.

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PIAZZAPULITA, I SONDAGGI ED IL NODO BERLUSCONI – Ivan Scalfarotto, tirato due volte per la giacca da Formigli sul tema Berlusconi e sulla possibilità che Silvio possa far saltare il banco visti i risultati negativi dei sondaggi che vedono Forza Italia sotto al 20 per cento. E per questo sarebbe difficile immaginare Berlusconi accettare una riforma elettorale che lo fa fuori al ballottaggio. Scalfarotto dice che non crede che questo avvenga perché lo chiede il Paese e la D’Amico si accoda dicendo che senza la volontà di lavorare sulle riforme non si può essere credibile. A questo punto sarebbe meglio sedersi per discutere sulle legge elettorale e sulla riforma del Senato per poi ribaltare il tavolo dopo (anticipando involontariamente ciò che accadrà tra qualche giorno o tra qualche ora tra Renzi e Berlusconi) e questo fa vedere una volontà sfascista. E dopo la pubblicità ne parlerà Liuzzi chiamato a rispondere per il Movimento Cinque Stelle, del quale viene fatta sottolineare continuamente l’assenza. Liuzzi dice che il Movimento ha sbagliato nell’elezione del Presidente della Repubblica, perché con l’elezione di Prodi si sarebbe smontato il Pd. E per quanto riguarda il rapporto con Bersani, lui voleva il voto di fiducia e non un’alleanza. Da notare peraltro come così come accaduto con Ottoemezzo con Simona Bonafè, se un esponente del Pd interviene interrompendo l’interlocutore non viene bloccato. Si torna sulla legge elettorale, Grillo ha esposto un altro problema proponendo il voto con la legge attuale e Belpietro ricorda che per fare le riforme ci vogliono i numeri. E se si propone una riforma elettorale che non accetta preferenze come si può pretendere che i Cinque Stelle possano sedersi al tavolo? La legge elettorale poi, come detto Epifani, è quella cancellata dal referendum del 2006. Loro vogliono una riforma costituzionale diversa con i risparmi dei costi della politica. Ora non ci sono più gli eletti ma i nominati con gli uffici legislativi, le province non sono state abolite e Tito Boeri dice che non ci sono i risparmi paventati. Ed allora? E Grillo non può votare la legge elettorale perché a partire dal sondaggio di Piazzapulita, succede che il Pd è al 32 per cento e i Cinque Stelle al 24. Però bisogna pensare alle alleanze, con Forza Italia che si unisce con Ncd, Udc e Lega. Poi c’è Fratelli d’Italia e siamo già al 35 per cento. Il Pd si gioca la partita con le alleanze. E lui è stupito del risultato di Forza Italia con Berlusconi che non va in tv. Ma alla fine si scopre perché Grillo non può accettare questa legge elettorale. Perché rimarrebbe fuori al primo turno. E Scalfarotto, la D’Amico e Formigli non rispondono su tale questione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PIAZZAPULITA, L’INTERVISTA A GRILLO – A Roma Beppe Grillo sfugge ai giornalisti gridando loro delle domande per poi nascondersi in macchina. Laura Castelli rigira la domanda sulla Shoah dicendo che qui s’ignora che questa politica ha ammazzato della gente. Emiliano Liuzzi dice che l’analisi della D’Amico è sbagliata perché il Berlusconi di oggi è Matteo Renzi. Poi trova ecumenico Scalfarotto drammatizzando una situazione che non dev’essere drammatizzata mentre i chirichetti del renzismo stanno stracciando un terzo della Costituzione nata dal sangue dei campi di sterminio e pretendete che questo passi sotto silenzio. Liuzzi dice che non si scomoda Primo Levi per cose di bassa lega per la vostra politica cialtronesca e non si risponde con quel tono perché siamo stati garantiti da una Costituzione che vuol’essere smantellata poco per volta. E Renzi è andato da Napolitano con le nomine in tasca e poi è tornato, un’altra cosa che non è prevista dalla Costituzione. Scalfarotto dice che la versione di Liuzzi è abbastanza confusa perché nel primo anno di legislatura ha approvato assieme alla commissione cinque provvedimenti alla Camera e solo uno è diventato una Legge. Toccare la Costituzione per sistemare le leggi è fatto per rafforzare il potere a differenza di cosa hanno fatto i Cinque Stelle e poi si parla del caso di Bari. Ma Formigli blocca tutto dando la parola a Favia evocando il tema della democrazia in pericolo e del golpe che torna della campagna elettorale di chi fa leva nel Paese. Favia dice che dietro la Piazza ci sono regole di comunicazione e che l’immagine del post riassume il Movimento Cinque Stelle con toni alti e retorica che portano ad una suggestione. Non bisogna parlarne troppo perché il brand Cinque Stelle è un prodotto politico. E bene o male, l’importante è che se ne parli. E se parlassimo di politica Grillo e Cinque Stelle sono dei dilettanti. Usare Primo Levi è scorretto ma Grillo sa che a questo non interessa niente. Ed oggi dopo sette anni i cittadini hanno un Movimento che non è un contenitore che produce una classe dirigente preparata ed investe nei demeriti degli altri che fanno tutto da soli e giocando sull’ambiguità è al 25 per cento dei voti, in crescita. Favia poi dice che Toscani sbaglia e che la Casaleggio e Associati, esperta in marketing virale, parte dal 2007 con investimenti importanti e teste pensanti che ha dato loro una cassa forte grazie alla pubblicità, ai soldi, ai banner. E ci facciano vedere i libri contabili. E visto che il blog di Grillo non c’è la partita Iva del sito di Beppe Grillo a differenza di quanto avviene con La Fucina e Tze Tze. Ed a questo punto Favia si chiede che fine hanno fatto questi soldi visto che dichiara il 730 a zero. E si finisce dicendo che il sito beppegrillo.it è la sede del Movimento Cinque Stelle, come da statuto. E sarebbe bello sapere sapere il bilancio ma non lo fa vedere. E quei soldi nei bilanci non si trovano e Favia vuole sapere dove sono quei soldi. Fabrizio Rondolino dice che è evidente che Grillo stia alzando il tiro dopo la vittoria alle primarie di Renzi. E tornando all’apertura, il mondo di Renzi è l’Italia che vuole farcela, il mondo di Grillo è un mondo che s’identifica con quelli che non sono d’accordo, una componente che vuole denunciare che non va bene niente per confermare che il mondo fa schifo. E Grillo fa questo lavoro, certificando che gli incazzati fanno bene ad essere tali. Claudio Velardi parla delle nomine e dice che ci sono persone dalla provata capacità manageriale e che ci sono un sacco di donne, ci sono Alessandro De Nicola e Luigi Zingales, fautori della concorrenza. E tornando al tema, è meglio parlare di piazze piuttosto che mondi perché saranno loro a decidere le politiche. Belpietro dice che non capisce come mai Moretti sia stato premiato andando da un’altra parte e che i consiglieri indipendenti sono previsti. Il presidente Eni era Recchi che veniva dalla General Electric e tra le nomine si trova Di Carrai, avvocato di Renzi, che non è rinnovamento. E Scalfarotto guarda Belpietro con occhi sgranati. E s’interviene con Grillo che dal Palalottomatica dice che il libro di Levi è stato preso per onorarlo perché dietro l’angolo c’è una shoah. Ed i media depistano. Si torna ancora a Grillo con un’intervista nata montando alcune dichiarazioni colte in varie occasioni, spiegando che le elezioni locali si sono perse a causa di persone non conosciute, che Renzi è il vuoto perché fa una legge elettorale con cui non può votare, un andreottiano massone che mente. E dopo aver detto che se perde va via, ricorda che ci sono i non votanti. Il Movimento non farà coalizioni con chi vuole cementificare e svendersi i gioielli di famiglia. Sull’Euro ci sarà un referendum o comunque ci vuole un piano B. Il debito? Non si paga, sull’esempio della Germania del 1953.

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PIAZZAPULITA, E NEANCHE STASERA NIENTE CINQUE STELLE – Si apre la trasmissione con Corrado Formigli che prima di aprire la trasmissione parla ancora del post comparso oggi sul blog di Beppe Grillo, spiegando poi che in risposta ai continui rifiuti del Movimento di accettare l’invito di Piazzapulita in quanto trasmissione non gradita da oggi per tutta la durata delle elezioni europee ci sarà una sedia vuota con su il simbolo e la bandiera del Movimento. E dopo aver presentato gli ospiti si passa ai commenti al post di Beppe Grillo con Ivan Scalfarotto che parla di una decisione terribile che svilisce la storia di oggi e che ha permesso attraverso l’Olocausto di poterci esprimere. Oliviero Toscani spiega che siamo tutti qui a parlare di questa qualità di comunicazione. E lui da figlio della storia nato in un Paese fascista, monarchico, alleato coi nazisti ed in guerra contro gli alleati e per questo è quasi stupido parlarne. Grillo sta per essere mangiato dal suo partito ed ora i voti arrivano perché si è contro Grillo. Le sue posizioni sono ormai superate dai voti e senza l’aiuto di media e di denaro ha raccolto voti di persone che non ammettono di votare Grillo. E oggi l’Italia ha bisogno di un duce, votato, di qualsiasi colore. E dal punto di vista comunicativo è molto efficace, anche troppo, visto che tutti ne parlano. Ilaria D’Amico, chiamata a rispondere dell’idea di Formiglio secondo cui Grillo supera l’intellighenzia nazionale che reagisce davanti all’Olocausto comunicando la rabbia prendendo per mano l’Italia nel giorno in cui Renzi mette da parte i boardi di Stato (con Marcegaglia presidente di Eni e Moretti Ad di Finmeccanica, aggiungiamo). La D’Amico risponde guardando la scrivania salvo partire parlando della necessità di valorizzare il lavoro di Renzi e parlando del post di Grillo, lo ritiene poco originale perché con questo messaggio si sottende al golpe renziano ed al regime a cui fa riferimento Berlusconi. Ovvero idee che abbiamo già sentito e mai riformate in modo pratico. Ed oggi Berlusconi è minoritario mentre Grillo somiglia sempre di più a Sua Emittenza. Il Movimento Cinque Stelle è una forza importante. Maurizio Belpietro si dice vicino agli ebrei ma si chiede cosa possono dire i 3,3 milioni di disoccupati in Italia e coloro che fanno fatica ad andare avanti. E la risonanza data dalle trasmissioni come Piazzapulita serve a Grillo per farsi notare e ribadire che rompe gli schemi, come chi vuole spaccare. E chi ne parla fa il gioco di Grillo, anche se è giusto discuterne. E dopo la pubblicità si preannuncia l’intervento di Giovanni Favia, già vittima dell’insulto preventivo.

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PIAZZAPULITA, ITALIANI A CONFRONTO – Si apre Piazzapulita con due servizi paralleli tra Renzi e Pd e sostenitori del Movimento Cinque Stelle. E mentre a Milano la gente ci crede ed a Torino ci sono i candidati che si fanno le foto con il Presidente del Consiglio, a Roma e sempre Torino ci sono rispettivamente sostenitori e parlamentari del Movimento. E tra gli elettori dei Cinque Stelle ci sono tutti, da Rifondazione a Forza Italia. Si passa alle parole di Renzi che rifiuta l’insulto di Grillo e del blog ottenendo la risposta di Alessandro Di Battista che sottolinea come ormai Renzi sia onnipresente in tv, anche a Superquark vestito da palombaro e che questo tornerà indietro come un boomerang. E mentre Renzi dice che bisogna tirare a sé gli elettori dei Cinque Stelle mentre Di Battista dice che può rispondere si alle proposte serie. Si chiude con la voce della strada, con i disagi delle persone, con la crisi, con la mancanza di denaro, con Di Battista che chiude dicendo ad una signora disperata che i figli andranno al governo. Ed a seguire si passa con la voce della strada tra persone che accusano il Movimento Cinque Stelle di non essersi alleati con Bersani per cambiare l’Italia e si chiude con un tentativo di dialogo e con insulti che portano ad un uomo ad essere allontanato da parte di attivisti a Cinque Stelle in quel di Torino.

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PIAZZAPULITA, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Piazzapulita, il programma di approfondimento politico condotto da Corrado Formigli ed in onda su La7 a partire dalle 21.10 si parlerà di Beppe Grillo e ci si chiederà cosa potrebbe accadere in Italia se alle elezioni europee dovesse vincere Beppe Grillo. Anticipata inoltre la trasmissione di un filmato in cui verrà presentato il meccanismo delle espulsioni nel Movimento Cinque Stelle.

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PIAZZAPULITA, GLI OSPITI – A parlarne insieme a Corrado Formigli ci saranno Giovanni Favia, consigliere regionale dell’Emilia Romagna e già pentastellato, Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, il fotografo Oliviero Toscani, Emiliano Liuzzi del Fatto quotidiano, Ilaria D’Amico di Sky, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, Fabrizio Rondolino, Claudio Velardi ed Enrico Bracalente, ad di Nero Giardini.

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