Pippo Baudo: «Andai da Padre Pio con Renzo Arbore; ci cacciò»
19/02/2017 di Redazione
Pippo Baudo si racconta ad Aldo Cazzullo al Corriere della Sera. Senza limiti, in una bella e lunga intervista.
Pippo Baudo, è vero che in culla suo padre le disse: «Tu sei figlio di un democristiano e sarai democristiano in eterno»?
«L’aneddoto è apocrifo. Io sono del ’36 e quindi più vecchio della Dc. Comunque papà era compagno di scuola di Scelba, nell’istituto fondato da don Sturzo».
E sul ricordo della sua visita a Padre Pio raccontò del viaggio con Renzo Arbore e altri pellegrini di Foggia. «Giuro. Padre Pio ci trattò malissimo. Renzo chiese se nella vita avrebbe dovuto fare l’artista o l’avvocato. Rispose: “Facisse cchi vvole!”. Poi puntò il dito contro di me e domandò: “Vuie state accà pe’ fede o pe’ curiosità?”. Fui sincero: “Per curiosità”. Mi indicò la porta: “Iatevenne!”».
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PIPPO BAUDO E AL BANO A SANREMO
Baudo ha il record dei Festival di Sanremo alle spalle.
Sanremo 2017 è stato un successo.
«Sì. Ma i miei erano un’altra cosa. Share del 70%. Venivano Madonna, Springsteen, Whitney Houston, Beyoncé, Sting, Elton John, Britney Spears… E poi stavolta ha vinto una canzone che durerà tre mesi, non di più. Non dovevano trattare così Gigi D’Alessio e Al Bano».
Al Bano lo lanciò lei?
«Stavo cenando al Dollaro, un ristorante milanese che costava 660 lire, l’equivalente di un dollaro appunto. Invece degli spaghetti, il cameriere portò una chitarra e cominciò a cantare. “Che voce!” pensai. Era Al Bano. Di giorno lavorava alla Breda, la sera ai tavoli. Gli dissi di venire in Rai il mattino dopo».
Com’è l’attuale dirigenza di viale Mazzini?
«Ha buona volontà. Ma non vedo il progetto».
Barbara D’Urso la batte negli ascolti. Come mai?
«È un genere pettegoliere, che la Rai non può e non deve fare. La D’Urso è stata mia valletta a Domenica In, con diritto di poche parole. Ora si sta prendendo gli arretrati».
Baudo ricordò anche la conoscenza con Beppe Grillo: «Andai a vedere il suo show alla Bullona, un locale di Milano. Ero l’unico spettatore. Lo vidi e chiesi: “Quando si comincia?”. “Se ti siedi, subito” rispose. Fece un monologo di mezz’ora solo per me. Meta-cabaret: “Qui devi ridere, qui devi piangere…”. Mi dissi: questo è un genio. Gli organizzai un incontro con i dirigenti Rai, ma non c’erano le telecamere. Grillo improvvisò un dialogo immaginario con la madre: “Mamma faccio un provino per la tv, ma non c’è la tv…”. Dissero: questo è un genio. Così Beppe si trasferì a Roma con un suo amico: Antonio Ricci. Nel loro residence si era rotto il riscaldamento, e li ospitai a casa mia».
(in copertina foto ANSA/GIORGIO ONORATI)