Pompei, il DNA conferma: «Conserviamo il calco di un abbraccio omosessuale»
06/04/2017 di Gianmichele Laino
Pompei non finisce di svelare ulteriori retroscena sull’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e sulla vita della cittadina durante quei tragici momenti. Oggi, è il direttore generale della Soprintendenza Massimo Osanna, nel corso di un convegno, a dar voce a un’altra scoperta che ha dell’incredibile: «Avevamo sempre pensato che si trattasse di due donne – ha dichiarato Osanna -, in realtà le due figure abbracciate di cui conserviamo il calco sono una coppia di uomini. Lo hanno confermato la tac e l’esame del DNA».
LEGGI ANCHE > Emiliano balla in Calabria: sospetta rottura del tendine d’Achille | VIDEO
Un abbraccio omosessuale negli ultimi istanti di vita prima di essere sepolti dalla lava? Potrebbe essere questo il gesto fissato eternamente nel tempo dall’intuizione di Giuseppe Fiorelli, direttore degli scavi di Pompei negli anni ’60 dell’Ottocento che decise di riempire il vuoto creato dalla cenere sui corpi con il gesso vivo. Sono nati così i famosi “calchi” pompeiani che ci fanno rivivere gli ultimi e concitati istanti di vita della cittadina prima dell’eruzione del Vesuvio.
L’abbraccio di cui ha parlato il direttore generale Osanna fa parte dei calchi della Casa del Criptoportico, una domus scoperta durante lo scavo di Vittorio Spinazzola a inizio Novecento e restaurata completamente nel 2015, il cui primo impianto risale al III secolo a.C. Si tratta di una casa su due piani che custodisce un portico sotterraneo estremamente suggestivo e che, ora, si arricchisce anche di questo ulteriore dettaglio.
I calchi pompeiani hanno fatto parte, fino all’inizio dello scorso anno, di una mostra che ha raggruppato nello stesso luogo (una piramide provvisoria progettata da Francesco Venezia) tutte le statue di gesso ricavate con il metodo di conservazione inventato da Fiorelli. Il suo nome, evocativo, era “Rapiti alla morte” e ha avuto un buon successo di pubblico. Oggi, grazie all’applicazione della scienza e della medicina, questi reperti unici nel loro genere non smettono di offrire spaccati di vita quotidiana rimasti sepolti per due millenni.