Porno e streaming all’attacco del MoVimento 5 Stelle
26/04/2013 di Redazione
Un MoVimento 5 Stelle a rischio crisi d’immagine. Dopo che è esplosa sui quotidiani la storia delle mail rubate ai trenta “cittadini” a 5 stelle dai sedicenti “hacker del Pd” – un gruppo dal quale hanno preso le distanze sia il Partito democratico, che Anonymous e sul quale indaga la magistratura – , nella prima pagina di Libero di oggi, il quotidiano di Belpietro adesso parla addirittura di pornoricatti. Tra le 7.600 e-mail diffuse dal gruppo, dopo l’attacco subito ai pc da parte di senatori e deputati, non ci sarebbero soltanto informazioni riservate. “La novità è che nel malloppo di dati rubati ci sono pure fotografie e video hard”, svela Libero. Resta da capire cosa ci sia di “informativo” dietro la trovata scandalistica di Libero: se la violazione delle e-mail – un atto illegale – può trovare un senso in caso di informazioni di interesse pubblico, se venisse dimostrato, la “notiziabilità”delle foto hard lascia perplessi. Ma rischia comunque di screditare il M5S di Beppe Grillo, che già ieri aveva raccolto una figuraccia – secondo non pochi osservatori e cittadini – durante l’incontro trasmesso in streaming con Enrico Letta per le consultazioni.
PORNORICATTO AI GRILLINI – Libero spiega come circolerebbero tre immagini (“che Libero ha visionato”, si spiega) imbarazzanti. “Con una donna senza veli e in atteggiamenti inequivocabili di autoerotismo”, si legge. Ma non solo: “Somiglia molto a una deputata di cui non facciamo il nome per evitare complicità con i ricattatori. La stessa sorte sarebbe capitata a un suo collega omosessuale”, continua Libero. I presunti “hacker del Pd” hanno chiesto a Grillo e a Gianroberto Casaleggio di chiarire quanto guadagnano con la politica. E non sono mancate le minacce: “Se non lo fanno, ogni giorno saranno messe in rete le mail dei parlamentari”, è il ricatto a 5 stelle. Anzi, un pornoricatto per Libero, che veste da notizia le foto imbarazzanti che avrebbe visionato. Il gruppo ha pubblicato una serie di email scambiate tra i “cittadini” del Movimento 5 Stelle – in particolare Giulia Sarti, Stefano Vignaroli Davide Zannoni, Marco Torri, e Davide Cardone – in “nome delle trasparenza” e per porre fine “alla dittatura di Grillo e Casaleggio”. A far emergere la questione era stato L’Espresso:
Le caselle di posta di decine di parlamentari italiani sono state segretamente violate e spiate per mesi da un gruppo di hacker che ora improvvisamente escono allo scoperto. E da questa mattina hanno iniziato a rilasciare on line parte di queste corrispondenze”, si rivelava sul sito.
E si chiariva come fossero stati una trentina, tra deputati e senatori, i grillini colpiti dal ricatto degli “hacktivist”. Dalle prime indiscrezioni si spiegava come tra i protagonisti ci fossero soprattutto la deputata Giulia Sarti e altri esponenti del Movimento 5 Stelle, tra cui lo stesso Beppe Grillo. Ma la stessa Sarti aveva attaccato l’Espresso dalla sua pagina Facebook: “Lo scandalo dell’Espresso su un presunto furto di mail ai miei danni è una bufala”, ha dichiarato. Spiegando come “i file caricati su Internet dai presunti hacker fossero vuoti: “Non contengono nulla, come possono vedere tutti”, ha aggiunto. Ma per l’Espresso sull’autenticità della corrispondenza non c’erano dubbi. Poi è arrivata la stessa ammissione della Sarti (“Amici della rete, questa mattina è successa una cosa piuttosto grave: un gruppo di presunti hacker ha comunicato di essere entrato in possesso delle caselle di posta di molti parlamentari del M5S. Hanno fatto un video ed una rivendicazione. Credevamo fosse una bufala, perché i file non si riuscivano a scaricare”) e questa mattina è arrivato il presunto scoop di Libero, che parla di pornoricatti e di foto hard presenti tra la corrispondenza trafugata.
IL MOVIMENTO 5 STELLE E LO STREAMING CON LETTA – Ma il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo deve anche fare i conti con i postumi dell’incontro con Enrico Letta per le consultazioni. Non è andata proprio bene, come hanno sentenziato non pochi analisti e come si discute anche sui social network. Grillo ha negato dal suo blog accordi di qualsiasi tipo (“Con questi non ci mescoleremo mai”), ma durante l’incontro in streaming il più sicuro è apparso proprio Letta, capace di attaccare i due capigruppo di Senato e Camera, Vito Crimi e Roberta Lombardi, apparsi in difficoltà. Il tutto si è chiuso in un botta e risposta sterile, “degno da talk show degli anni ’80”, come spiega Filippo Ceccarelli su Repubblica: “Una diretta senza brividi, uno show dell’incomunicabilità”, si legge. Con l’ultima battuta finale – quella su “Dio è morto, ma dopo 3 giorni è risorto” a simboleggiare un incontro in cui Letta ha invitato i grillini “a scongelarsi, a mescolarsi”. Ammorbidendo le proprie posizioni, dopo i ripetuti rifiuti alla collaborazione. Letta, in versione statista, ha spiegato: “Sono determinatissimo nel compito che mi è stato dato. L’appello che vi faccio è di fare un passo. Se non volete farlo sulla fiducia, allora fatelo dopo”. Un invito a partecipare che i 5 stelle non sembrano cogliere .”Sulle riforme istituzionali – ha insistito Letta – ci vuole appoggio di tutti, non abbiate paura a mescolarvi”. Ha spiegato Ceccarelli:
Per niente imballato, abbastanza sicuro, moderatamente gesticolante ed empatico, Letta a un certo punto ha rivendicato di voler mettere del “calore” nella discussione proprio in quanto la sua controparte gli pareva surgelata.
C’è riuscito senza che Crimi e Lombardi fossero in grado di incalzarlo. E se i democratici cominciano a comprendere in che modo incalzare i 5 stelle, questi saranno costretti a reinventarsi. Per evitare di restare irrilevanti.