La vita dannata dei preti innamorati: «Siamo solo uomini. Un incubo vivere relazioni di nascosto»

Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma Ferruccio Sansa racconta le storie di sacerdoti che vivono una storia d’amore segreta. Sono preti innamorati. Chiedono di non rivelare la propria identità. Parlano di rapporti a volte nati nella comunità parrocchiale. E che spesso portano ad una grande sofferenza. «È un incubo vivere nascosti», ripetono. Scrive Sansa sul Fatto:

All’inizio c’è sempre quella domanda: «Mi promette che non scriverà il mio nome?». Certo. E allora cominciano a parlare, come se aspettassero da anni. Racconti che cominciano spesso con una parola: dolore. «Ero in una corsia di ospedale. Stavo assistendo i malati. Quando ho visto quella donna ho sentito un dolore fortissimo – racconta don Andrea –. Ho capito che niente sarebbe stato più lo stesso. La mia vita, il mio rapporto con Dio, il voto che avevo fatto, tutto era messo in discussione». Andrea, 45 anni, adesso sta con Laura, una donna separata con due figli. Racconta: «Non facciamo male a nessuno, anche nella mia vita di sacerdote sento di aver ritrovato entusiasmo. Ma è brutto non poterlo dire, vivere di nascosto». Ecco allora gli appuntamenti a Torino, la paura di tenersi per mano, i baci nel buio di un cinema come due adolescenti, le notti nella casa prestata da un amico. «Ma l’amore non è solo intimità, è affrontare insieme la vita». Andrea non se lo dice, ma ha già fatto la sua scelta: rimarrà sacerdote. Come Ludovico con il suo accento toscano e quel clergyman che sta stretto al torace robusto di 35enne: «Ne ho parlato con il mio superiore». E che cosa ha risposto? «Tieniti la compagna e non dirlo a nessuno».

(Foto di copertina: ANSA / LUCA ZENNARO)

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