Primarie Roma 2016 | Il pasticcio delle schede bianche
10/03/2016 di Redazione
Le schede bianche gonfiate alle Primarie Pd Roma 2016 c’erano; il Partito Democratico di Roma è stato costretto ad una precipitosa marcia indietro. «Per errore di calcolo», dicono dal comitato organizzatore delle consultazioni che anticipano le Elezioni 2016: un errore che, secondo molti osservatori, era più che intenzionale. Un aumento artificiale dei voti bianchi funzionale a non far apparire le consultazioni romane come un sostanziale flop, portando il risultato «più vicino ai 50mila» che ai 40mila: un numero funzionale, secondo i giornali in edicola oggi, a difendere il nuovo corso del Pd Roma guidato da Matteo Orfini che ha portato Roberto Giachetti alla vittoria.
PRIMARIE ROMA 2016, LE SCHEDE BIANCHE FINTE C’ERANO
Lo stesso futuro candidato alle Elezioni Roma 2016 ha definito, ironicamente, dei «geni» quelli che hanno toccato i conti le primarie romane.
Alle 8 di sera, dopo una giornata di polemiche e riconteggi nevrotici, arriva finalmente la risposta definitiva (l’accendiamo?) sulla partecipazione alle primarie di Roma, vero tema politico di questa gara incastonata tra Mafia Capitale e la fine della giunta Marino. In totale i votanti sono stati 44.501. Dunque, in prima battuta erano state aggiunte virtualmente – «per un mero errore di calcolo» come si giustificano dal comitato tecnico – 2.816 schede tra nulle e bianche. Una manina denunciata da Il Messaggero, che ieri ha pubblicato la confessione di un dirigente del Pd: «Non volevamo far vedere che stavamo di poco sopra i 40mila ma molto più vicini ai 50mila votanti». Invece non era così. E dopo la rivelazione di questo giornale è scoppiato il caso che ha costretto il comitato promotore delle primarie ai lavori straordinari. Negli uffici del Pd Roma si sono messi a riaprire tutti gli scatoloni con i registri dei 193 seggi. Prima di arrivare al responso e alla giustificazione, per i dem è stata un’altra giornata ad alta tensione, andata a braccetto con i fatti di Napoli.
Il futuro candidato sindaco ha già preso le distanze da quanto accaduto.
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In principio Roberto Giachetti, il vincitore delle primarie, ha giustificato questo boom anomalo (il 7,8%) come un «segnale ». Poi quando ha capito che i conti non tornavano si è tirato fuori: «Se è vero, vorrei conoscere quel genio che ha messo schede bianche per aumentare affluenza. Che cambia con 2000 voti in più? Pensiamo a Roma». Risposta del deputato della minoranza dem Marco Miccoli: «Più che altro vorrei conoscere il genio che gli ha ordinato di farlo». Veleni e sospetti, per un terzo tempo inaspettato. «Più che le primarie sembrano un congresso », è stato il commento nei corridoi del Nazareno. Giachetti in privato si è detto molto arrabbiato (eufemismo) e per ricaricare le pile si è preso 48 ore di riposo. Lo sfidante Roberto Morassut fin da domenica sera aveva fornito il dato più verosimile possibile. E ieri, in pieno caos, è tornato a ribadire: «E’ stato un errore inutile e dannoso: noi lo avevamo detto subito che le bianche erano poche». Basti pensare che nel 2013, primarie vinte da Marino con più del doppio dei votanti, non arrivarono nemmeno al 2%.
Dal comitato organizzatore filtra serenità: «I soldi parlano chiaro». Sono stati versati con regolare distinta di versamento gli oltre 100mila euro di ricavato dalle consultazioni, il che secondo gli organizzatori dimostrerebbe la congruità dei numeri del voto complessivi, al netto di eventuali errori.
Una somma che potrebbe trarre in inganno: la sottoscrizione obbligatoria era di 2 euro, ma tutti i quadri del partito hanno donato molto di più (chi 50 chi 100 euro). LA RICOSTRUZIONE Ma chi è stato «il genio»? In serata ecco la versione del comitato tecnico presieduto da Giancarlo D’Alessandro. Tra la notte di domenica e lunedì (21 ore di spoglio) le schede bianche dei quattro municipi chiamati a eleggere il candidato presidente (II, VI, VII, XIII) sarebbero «state aggiunte erroneamente» a quelle per il candidato sindaco. Ed ecco spuntare 1.040 persone in più. Poi ci sarebbe stata una proiezione sui seggi mancanti – «perché erano arrivati via telefono solo con i risultati degli sfidanti» – che teneva conto della media con 1.040 in più. Una proporzione «esplosa» che ha portato ai 2.816 partecipanti fantasma. I numeri appunto dell’affluenza gonfiata: le vere bianche sono state 567 (e non 2866), le nulle 326 (invece di 843). In serata Orfini ha ammesso l’errore «ma voglio credere nella buona fede dei nostri volontari»
La linea del Pd Roma è comunque andare avanti: il segretario del Pd Lazio Fabio Melilli, guida politica del comitato Primarie Roma 2016, ha detto che è il caso di andare avanti. «Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata», ha detto.