Profughi nel Mediterraneo, chi sono, quanti sono, da dove vengono e quanti ne muoiono
21/04/2015 di Redazione
Profughi nel Mediterraneo
un’emergenza umanitaria dai numeri drammatici. A causa delle guerre in Siria e Libia, così come dai conflitti presenti in numerosi altri Paesi africani e mediorientali, la pressione migratoria si è moltiplicata. Ecco alcuni numeri e dati sulla crisi umanitaria che da ormai diversi anni ha reso drammatico il conto dei morti nel Mar Mediterraneo.
I NUMERI DEI PROFUGHI – Nel 2010 in Europa erano arrivati solo 10 mila persone attraverso il Mar Mediterraneo, diventate circa 70 mila nel 2011, durante la Primavera araba. Nel 2012 i rifugiati che scappano sui barconi sono cresciuti a 22 mila, poi aumentati a 60 mila nel 2013 secondo i dati di Frontex. La crisi umanitaria è esplosa nel 2014, con l’acuirsi delle tensioni in Africa e Medio Oriente. Nel 2014 sono arrivati più di 218 mila profughi dal Mar Mediterraneo, più del triplo rispetto all’anno precedente, un numero destinato a crescere quest’anno. Al momento si possono fare solo stime, ma pare possibile che si superino le 500 mila persone in arrivo dalla Libia.
LE 5 VIE DEI PROFUGHI – Secondo Unhcr più della metà dei profughi arrivati in Europa dal Mar Mediterraneo proviene da Siria e Eritrea. I Paesi di origine si differenziano dalle vie seguite da chi scappa dall’Africa e dal Medio Oriente. Frontex raggruppa in 5 le vie seguite dai viaggi dei profughi.
Dal Mediterraneo alla Puglia e alla Calabria: un’altra via seguita dai profughi è seguita dai profughi che arrivano in Puglia e Calabria attraverso imbarcazioni partite da Turchia e Grecia. Nel 2013 Frontex ne aveva conteggiati poco più di 5 mila, ma ora questi profughi sono raggruppati all’interno degli arrivi totali in Italia e Malta, ovvero attraverso la via del Mediterraneo centrale. Questa rotta è giudicata più sicura da Frontex rispetto a quella che parte dalla Libia. La maggior parte dei profughi arrivati in Puglia e Calabria provenivano dalla Siria, ma tra di loro c’erano anche molti pakistani e migranti provenienti dal Pakistan.
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Il Mediterraneo orientale: la via del Mediterraneo orientale è la seconda più solcata dai barconi che trasportano i profughi. Nel 2014 più di 50 mila persone sono arrivate da Turchia e altri Paesi dell’area in Grecia, e in misura molto inferiore in Bulgaria e a Cipro. Nel 2014 c’è stato un aumento della presenza dei richiedenti asilo pari al 280%. L’aumento dei viaggi in barca verso la Grecia è stato favorito dalla costruzione di numerose recinzioni ai confini con la Turchia. La maggior parte dei profughi che percorre la via del Mediterraneo orientale proviene dalla Siria, circa 31 mila nel 2014, e dall’Afghanistan, quasi 12 mila.
Il Mediterraneo occidentale: un’altra importante via solcata dai profughi è la rotta che porta dall’Africa settentrionale alla Spagna. Nel 2014 la via del Mediterraneo occidentale è stata percorsa da 7842 persone secondo Frontex. I camerunensi sono il primo gruppo per Paese d’origine su questa tratta, seguiti da algerini e profughi dal Mali. Frontex computa in questo dato anche coloro i quali entrano nell’UE attraverso le enclavi spagnole di Melilla e Ceuta. Dal 2014 però arrivano molte più persone via mare, come riscontrato anche sulle altre vie del Mediterraneo.
Dall’Africa occidentale alle Canarie: la via del mare meno solcata dai profughi è l’unica che non appartiene al Mediterraneo. Nel 2014 solo 276 persone sono arrivate nell’UE partendo dalle coste dell’Africa occidentale per sbarcare alle Canarie. La maggior parte di questi profughi proveniva da Marocco, Guinea e Senegal.
IL CONTO DEI MORTI – Secondo i dati di Frontex e Onu i profughi arrivati in Europa dal Mediterraneo sono stati 218 mila. Le persone annegate sono state 3500, quindi più di un centesimo. Nel 2015 sono già sbarcati 35 mila profughi dall’Africa settentrionale, e la stima dei morti annegati è di circa 1600, quindi quasi un cinquantesimo. Quest’anno il numero dei morti sembra essersi triplicato, e questo computo è stato ancora prima della tragedia dei giorni scorsi dove dovrebbero essere morte 700 o 800 persone.
Photocredit: MAURICIO ESSE/AFP/Getty Images