Pubblica amministrazione, la riforma Madia è legge
04/08/2015 di Redazione
L’aula del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di deleghe al governo sulla riforma della pubblica amministrazione. I voti favorevoli sono stati 145, 97 i voti contrari, nessun astenuto. Il numero legale è stato garantito dalle opposizioni: se fossero uscite, la riforma non sarebbe passata.
Nel pomeriggio, poi, l’Aula della Camera ha approvato anche la fiducia chiesta dal governo al ddl di conversione del decreto sugli enti territoriali, già approvato dal Senato. I voti a favore sono stati 364, i contrari 185.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, RIFORMA MADIA PASSA AL SENATO. LE NOVITÀ –
Il via libera di Montecitorio sulla riforma della PA era arrivato lo scorso 17 luglio. Tra le misure, prevista una stretta sui dirigenti: gli incarichi non saranno più a vita, dureranno 4 anni, con contratti rinnovabili. Saranno valutati da un ente indipendente: nel caso l’ultimo incarico sia valutato in modo negativo, è possibile il licenziamento. Si prevede anche il riordino delle partecipate e dei servizi pubblici locali, oltre a uno spostamento di risorse dal Corpo Forestale dello Stato ai vigili del Fuoco. Alle 15.30 la seduta riprenderà con il voto sugli ordini del giorno e in serata è previsto il voto finale con cui il provvedimento diventerà legge.
Ma non solo. In chiave di semplificazione, si prevederà per il cittadino un unico codice Pin per l’identità digitale. Allo stesso modo, sarà previsto un unico numero telefonico per le emergenze (il 112) da chiamare in tutti i casi. In attesa dei decreti attuativi, poi, la riforma darà vita agli UTG – Ufficio territoriale governativo – con il quale si raggrupperanno (fisicamente) i diversi uffici della burocrazia in un unico edificio. C’è poi una novità per quanto riguarda il silenzio-assenso: si prevedono 30 giorni per avere una risposta o un chiarimento dalla Pa. Nel caso questo non arrivi, si darà per scontato che questa sia affermativa. Infine, si prevedono conferenze dei servizi più snelle.
Viene anche abolito invece il voto minimo di laurea per poter partecipare ai concorsi pubblici. Seppur con limitazioni, poi, tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, VIA LIBERA ALLA RIFORMA. RENZI ESULTA –
L’approvazione definitiva delle legge è stata rivendicata via Twitter dal presidente del Consiglio Matteo Renzi:
Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 4 Agosto 2015
La maggioranza ha votato in modo compatto in Aula, mentre ha votato “no” il nuovo gruppo di Ala di Verdini e dei transfughi di Forza Italia e Gal: «Si tratta di una riorganizzazione piena di criticità», ha accusato il senatore Riccardo Mazzoni, sottolineando il disaccordo sulla mancata applicazione del Jobs Act agli statali e sulla riforma della dirigenza.