Quanto costa un detenuto in carcere?

QUANTO COSTA UN PASTO A MILANO-OPERA – L’uomo si chiama Giovanni Lentini ed in poche righe ha cercato di spiegare quale sia la vita al di là della finestra sbarrata. Per mangiare ogni giorno lo stato spende 3 euro per detenuto, comprensivo di colazione, pranzo e cena. Calcolando 1000 persone recluse ad Opera, si capisce che al giorno si spendono 3000 euro. Ogni mese si sale a 90.000 ed in un anno lo Stato, solo ad Opera, spende 1.080.000 euro per dare da mangiare a 1000 persone. Moltiplicando questa media per 66,271, aggiungiamo noi, esce fuori che solo di pasti in Italia ogni anno vengono spesi 71.572.680 euro. Un numero che puo’ impressionare ma che in effetti non sembra poi così alto se pensiamo che con questi soldi si dà da mangiare a più di 66 mila persone l’anno.

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LA SPESA IN NORVEGIA – Segno che forse in Italia, nonostante le accuse e la voglia di giustizialismo che ogni tanto fa capolino dai palazzi del potere, la spesa per detenuto non è poi così alta. Per farci capire meglio quale sia il nostro confronto con il resto d’Europa, il Dap ha analizzato il costo medio per detenuto in alcuni stati del vecchio continente. La Norvegia stanzia ogni anno circa 2 miliardi di euro -cifra inferiore alla nostra- che vengono divisi per i vari istituti di pena. La ridotta popolazione ed il numero esiguo dei carcerati fa si che ogni mese si spendano, a recluso, 12.118 euro, cifra che rappresenta la media dell’istituto di pena di Halden, dov’è rinchiuso l’attentatore di Utoya, Anders Breivik.

NEL RESTO D’EUROPA – Al secondo posto nella classifica europea c’è il Regno Unito con una media di 4.600 euro mensili per ogni detenuto. Poco sotto l’Italia c’è la Francia, che spende 3.100 euro al mese per carcerato. Il ministero della Giustizia dell’Esagono ha calcolato che per i detenuti rinchiusi nei 190 istituti di pena del Paese ogni francese versi 40 euro l’anno. In Italia invece ogni cittadino nel 2012 ha “donato” alla causa 46,95 euro. Basta dividere la popolazione per lo stanziamento. In Spagna lo Stato spende 1650 euro al mese per detenuto, una cifra che appare superiore a quella impiegata dagli Usa, dove per ogni galeotto viene speso in media ogni mese 1433 euro.

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IL CASO USA – Gli Usa hanno la popolazione penitenziaria più numerosa del pianeta, con oltre 2 milioni di detenuti. La somma degli stanziamenti previsti dai governi dei 50 Stati e da Washington è di 75 miliardi di dollari l’anno. Solo che la maggior parte di questi soldi serve per mantenere alti gli standard di sicurezza. Ai detenuti restano quindi le briciole. Nel caso di carcerati condannati alla prigione a vita senza possibilità di godere della libertà vigilata, si va a spendere poco più di un milione di euro. In Italia invece l’ergastolo, con queste cifre, viene a costare allo Stato 1.236.960 euro, calcolando una reclusione di 30 anni. Negli Usa però le cose cambiano a seconda degli Stati.

IL RAPPORTO 1:1 IN ARGENTINA – In California, ad esempio, lo Stato spende a detenuto 3000 euro al mese, ma di questi soldi molti vengono impiegati nel pagamento delle assicurazioni mediche, che costano 10.000 euro l’anno per 40.000 detenuti. A New York un detenuto costa annualmente 40.000 dollari. In Canada una persona in galera costa 7000 dollari al mese mentre in Argentina la cifra precipita a 1.036 euro ogni 30 giorni. Qui però ci sono 9 mila detenuti e 9.800 agenti. Ci sono più guardie che ladri, quindi. Ed a proposito di casi particolari, segnaliamo Guantanamo dove ogni carcerato costa 30 euro al giorno. Le spese sono quindi tante e forse eccessive ad un occhio poco attento.

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LA PENA DI MORTE COSTA DI PIU’ – C’è di più. Sono in molti a considerare il mantenimento dei carcerati uno spreco e specialmente negli Stati Uniti, nel caso di pene particolarmente gravi, la pena di morte viene vista sia come una punizione adeguata sia come un modo per evitare che il malfattore pesi sulle casse della società. E’ pur vero che, numeri alla mano, i singoli detenuti non fanno differenza visto il costo della macchina carceraria, ma se analizzassimo i dati relativi ai costi sostenuti dall’amministrazione Usa in caso di pena di morte ci renderemmo conto che l’assioma “boia – risparmio” non sta in piedi. Anzi, un condannato alla pena capitale costa allo stato americano mediamente due terzi in più rispetto all’uomo condannato al carcere a vita senza “parole”.

GLI ALTRI PERSONAGGI – Spieghiamoci meglio. In una lettera inviata nel 2009 al New York Times da Natasha Minsker, “policy director” della pena capitale nel nord della California, i residenti per ogni esecuzione pagano in tasse più di 137 milioni di dollari. Un processo che si conclude con la pena capitale costa più di 10 milioni di dollari e 20 mila ore di dibattito in aula. Uno studio dell’università di Duke ha invece dimostrato che gli Usa spendono per ogni detenuto ucciso 2.160.000 dollari in più di quanto non verrebbe speso per una carcerazione a vita. Inoltre essendo i condannati a morte per lo più poveri e nullatenenti, lo Stato si fa carico anche delle loro spese consistenti in due avvocati per il processo. Poi ci sono tutti i soggetti implicati nel processo, gli esperti di pene sostitutive, psicologi, stenografi, costi maggiorati per via delle celle singole. Insomma, ecco molte più voci di quante non si possa sospettare.

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VARI PROCESSI E TANTI SOLDI – In California, dal 1982 al 2000, sono stati spesi 200 milioni di dollari. In Florida ogni esecuzione costa 24 milioni. L’avvocato della difesa per ogni processo che contempla la pena capitale riceve 360 mila dollari, 200 mila in più di quanto non otterrebbe in un processo normale. Le indagini della difesa costano tra le 5000 ed i 48 mila dollari. Il procuratore invece è pagato dai 320 mila ai 772 mila dollari, il doppio della difesa. La Corte invece costa 506.000 dollari, mentre normalmente varrebbe 82 mila. Un condannato a morte costa 137 mila dollari l’anno mentre un un detenuto condannato normale arriva fino a 55 mila. E non dimentichiamo poi che le cifre del processo vanno moltiplicate per il numero di dibattimenti. Se i processi sono tre, moltiplicate tutto per tre.

IL CARCERE COME MISERIA – I calcoli effettuati da Aldo Forbice nel suo libro “I signori della morte”, anno 2002, dimostrano che anche uccidere -o giustiziare, fate voi- un uomo o una donna ha un suo costo. A confermarlo la valutazione datata 2009 di Natasha Minsker. Papa Francesco ha abolito il carcere perché lo riteneva inumano mentre sono molti i critici che pensano come la reclusione rappresenti un atto di comodità. Ma se questo fosse vero un detenuto che vita puo’ passare quando con tre euro si paga colazione, pranzo e cena, mentre la vita in cella costa mensilmente 140 euro? La situazione difficile delle carceri di tutto il mondo passa anche dalle condizioni di vita. Certo, 3.511 euro a persona al mese sembra una cifra importante. Se la si spoglia si capisce la gravità della situazione e quanto effettivamente non si spenda per i detenuti, non solo in Italia. Peggio ancora va negli Usa con una spesa risibile gravata dal costo delle assicurazioni sanitarie. Nel caso di pena di morte, poi, gli unici a guadagnare sono avvocati, periti e giudici, con il condannato derubricato a “costo maggiorato” per via della sua permanenza in una cella singola. Il carcere è miseria e visti questi numeri la definizione appare fin troppo azzeccata.

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