Quanto lavorano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle?
10/03/2014 di Stefania Carboni
Più tempo perso dietro a microfoni e talk show piuttosto che in Parlamento. Gente che vuole tenersi tutto il malloppo e che non “lavora” come vuole il MoVimento. Analizzando però i dati presenti sul sito OpenPolis i senatori dimissionari, le voci critiche e quelle espulse dal panorama 5 Stelle si difendono bene su atti, disegni di legge ed interrogazioni. Facendo, a volte, le scarpe a colleghi ortodossi come Roberto Fico che risulta sul sistema con zero proposte di legge presentate.
PRIMI FIRMATARI CERCASI – Se si analizza il tutto dal punto di vista dell’iniziativa da primo firmatario Alessandro Di Battista ha presentato solo una proposta di legge “Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, in materia di esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini italiani residenti all’estero” (da assegnare), una mozione, una interpellanza, tre interrogazioni a risposta orale e quattro a risposta scritta. Riccardo Nuti zero proposte di legge a prima siglatura, due mozioni, tre interpellanze, 19 interrogazoni a risposta scritta. Un ddl a prima firma di Carlo Sibilia che propone “delega al Governo per la riforma dell’ordinamento bancario mediante la separazione tra banche commerciali e banche d’affari”. Manlio Di Stefano ha presentato un ddl ” Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l’8 febbraio 2011″, una mozione, un interpellanza, zero interrogazioni a risposta orale, due scritte. Il senatore Vito Crimi ha percentuali più alte: 3 ddl tra cui abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, due mozioni ma nessuna interpellanze o interrogazioni a risposta orale. Laura Castelli, deputata, supera leggermente il livello medio delle assenze (28.69 per cento), disegni di legge zero, così come interpellanze e interrogazioni orali. È campionessa degli emendamenti da prima firmataria (282). Zero ddl anche per Angelo Tofalo (quello del Boia chi molla alla Camera), ha presentato 19 interrogazioni scritte, una sola interpellanza e zero mozioni. Luigi Di Maio ha presentato zero proposte di legge, una mozione, quattro interpellanze e ben 54 interrogazioni a risposta scritta. Una delle “pagelle” peggiori è per Roberto Fico, presidente della Commissione di vigilanza Rai, che si trova a quota zero ddl, zero mozioni, zero interpellanze ed interrogazioni a risposta orale. Paola Taverna ha presentato due ddl di cui uno sugli accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie.
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I DIMISSIONARI CHE LAVORANO – E alla Camera? I fuoriusciti Ivan Catalano e Alessio Tacconi se non hanno dalla loro mozioni varie hanno comunque presentato dei disegni. Catalano due, di cui uno sulle modifiche al decreto legislativo in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire. Tacconi ne ha siglato, come primo firmatario, tre, tra cui una riforma sui comitati degli italiani all’estero. Tommaso Currò su Openpolis figura con zero ddl, mozioni, interpellanze ed interrogazioni a risposta orale e tre a risposta scritta. Aris Prodani ha invece presentato 34 interrogazioni a risposta scritta ed una sua proposta relativa all’articolo 132 del codice del consumo, ovvero sulla materia di durata della garanzia legale di conformità per i beni di consumo. Walter Rizzetto invece a quota due ddl, propone il divieto di propaganda dei giochi con vincite in denaro e della partecipazione dei minori ai medesimi ed un altro relativo all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’affidamento di consulenze a soggetti esterni agli organici delle pubbliche amministrazioni. Anche Paola Pinna ha un suo ddl: ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992. A Palazzo Madama come se la cavano i senatori dimissionari? Laura Bignami ha due mozioni, una interpellanza e sette interrogazioni. Ha presentato una proposta (assegnata) di modifica al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di accoglienza di persone portatrici di esigenze particolari. Romani ha depositato quattro proposte di cui una sulle modifiche al codice penale e alla legge in materia di traffico di organi destinati al trapianto. Alessandra Bencini ne ha tre a sua firma. Uno di questi punta a disciplinare l’attività di compravendita di oggetti usati in oro, pietre o metalli preziosi. Maria Mussini, a quota 5 mozioni e 16 interrogazioni lancia invece l’stituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’operato del Banco di Desio e della Brianza S.p.A.. Monica Casaletto propone invece disposizioni per il contenimento del consumo del suolo e la tutela del paesaggio.
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GLI ESPULSI? PROMOSSI – Passiamo all’analisi del profilo dei senatori espulsi, sempre esaminando gli atti dove figurano come primi firmatari. Francesco Campanella ha presentato quattro proposte di legge (tra cui una sulla riforma del bicameralismo), due mozioni, sero interpellanze, undici interrogazioni a risposta orale e 14 scritte. Lorenzo Battista cinque disegno di legge (tra cui obbligo di identificazione attraverso un codice alfanumerico per le Forze di Polizia in servizio di ordine pubblico), due mozioni, zero interpellanze, sette interrogazioni a risposta orale e dieci a risposta scritta. Fabrizio Bocchino ha presentato quattro ddl (tra cui uno sul finanziamento degli enti di ricerca), e anche non ha fatto una mozione ha 14 interrogazioni a risposta orale. Luis Orellana ha presentato un disegno di legge sulle unioni civili “in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso”. Chissà come avrebbero votato gli attivisti in merito sul portale del MoVimento 5 Stelle.