Quanto vale San Valentino

UN SETTORE DA SOSTENERE – Tutta colpa del viaggio. Le rose in questo periodo vengono dal Kenya e passano attraverso il mercato olandese. E la scelta di un fiore italiano, aggiungiamo noi, aumenta anche la tenuta del mercato nostrano, caratterizzato dalla presenza di circa 20.500 aziende florovivaistiche attive che, secondo una stima di Coldiretti, danno occupazione ad oltre 120 mila addetti, con una superficie coltivata di oltre 36 mila ettari e che generano un valore che supera i 3 miliardi di Euro. Ed i fiori sono per tutti, visto che la comunità Lgbt predilige, da sempre, garofani bianchi e calle. E per quanto riguarda l’acquisto di regali e pensieri, a questo punto nel tentativo di risparmiare si può puntare sull’on-line, come riferito da Rainews.

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IL RUOLO DELL’E-COMMERCE – Si perché l’e-Commerce in questi casi può essere molto soddisfacente. In questo caso però bisogna stare attenti a cosa offre il mercato, specie se stiamo parlando di anelli di fidanzamento. Il 55 per cento dei fidanzati è disposto a spendere uno stipendio mentre il 12 per cento arriverebbe a spendere tre stipendi. Se invece si vuole regalare un vestito, si può fare visto e considerato che in tutto il 2013 la vendita di capi d’abbigliamento ha visto una crescita del 30 per cento raggiungendo quota 1.368 milioni di euro di fatturato, divisi per 8,9 milioni di acquirenti, per un acquisto medio di 153 euro. Ma certe cose non possono essere acquistate in internet. Parliamo da esempio dell’intimo. Come riporta il Sole 24 ore per San Valentino 2013 c’è stato un aumento dei rifornimenti dell’intimo del 21 per cento rispetto a quanto non avvenga nel corso dell’anno.

IL CONFRONTO CON IL 2008 – Segno che la lingerie, il cui mercato vale 2,7 miliardi di euro solo nel nostro Paese, rappresenta un regalo gradito in queste feste, così com’è accaduto per il cioccolato ed i cosmetici, aumentati rispettivamente del 2 e del 3 per cento, mentre i profumi sono crollati del 27 per cento. Appare però evidente che negli ultimi anni i valori legati a San Valentino sono a dir poco saltati. Arezzoweb ci porta dei dati relativi al 2008 molto interessanti, specie se confrontati con i dati di oggi. Sei anni fa gli italiani destinarono alla celebrazione di questa festa 60 euro a testa per un giro d’affari di 1,2 miliardi di euro nell’acquisto di cioccolatini, peluche, fiori, gioielli e regali tecnologici.

A COSA SERVE SAN VALENTINO – Già allora si parlò di una contrazione dei consumi, visto e considerato che la crisi attuale affondò le sue radici già in quel periodo. L’Unione Nazionale Consumatori all’epoca ebbe a dire che al cuore non si comanda e che la vendita di cioccolatini, peluche e fiori avrebbe superato del 30 per cento, nel primo e nel terzo caso, i valori del 2007 mentre nel secondo ci sarebbe stato un balzo del 52 per cento. L’Unione dei consumatori, peraltro, diede la sua lettura del fenomeno usando parole a dir poco dirette:

«Questa e altre ricorrenze, come la festa della Donna o quella del Papà, -prosegue l’Unione Consumatori- sono state più che altro inventate per alimentare il giro di affari della produzione e del commercio. In sostanza è stato introdotto, non si sa bene da chi, una specie di dovere civico artificioso che, sfruttando i sentimenti, induce le persone a non sottrarsi a una spesa per evitare una brutta figura»

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UN FUTURO PREOCCUPANTE – Evidentemente oggi quei tempi sono lontanissimi. Al di là del fatto che la spesa media ipotizzata dalla Federconsumatori ammonta a 28 euro massimo a testa e che la metà degli italiani non faranno regali, forse è arrivato il momento in cui i consumatori non ritengono più investire in un appuntamento dettato per lo più dal consumismo. E se nel 2013 secondo Telefono Blu avrebbero festeggiato San Valentino quattro milioni di persone, oggi non si può più dire una cosa del genere. Segno che forse è opportuno aumentare la capacità di spesa degli italiani per invogliarli ad investire in questi appuntamenti per alimentare il giro d’affari ed i consumi interni, altrimenti San Valentino rischia di tornare ad essere un giorno come gli altri in cui gli innamorati festeggiano, come farebbero in ogni giorno, ed i single cercano ancora la propria anima gemella.

 

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