Quegli architetti con la laurea che non vale
14/02/2012 di Dipocheparole
Alla Sapienza un corso di laurea in interni e allestimenti non è valido per iscriversi all’Albo. E gli studenti lo scoprono dopo
Cose che capitano nell’Italia delle università dove il nepotismo impera. E La Sapienza, con il rettore Luigi Frati che assume famiglie e famigli, non poteva far eccezione. Con un corso di laurea in architettura in Interni e Allestimenti che non è valido per sostenere l’esame di Stato e iscriversi all’albo. Ovviamente, la circostanza è stata scoperta dopo che molti ragazzi avevano completato il loro corso di studi. Della storia parla Repubblica:
Una beffa, dopo almeno cinque anni di studi, che ha spinto i 194 ragazzi, tra laureati e laureandi, a rivolgersi ai legali e a presentare un maxi ricorso contro La Sapienza e il Miur. La prima udienza, dopo una richiesta di presentazione degli atti al ministero, si terrà tra due giorni, il 16 febbraio, ma il calvario degli studenti parte da lontano. Tutto è iniziato a luglio dello scorso anno, quando i primi laureati, immatricolati nel 2009, hanno provato a iscriversi all’esame. «È stata una doccia fredda, un incubo che ancora ci sembra impossibile vivere», raccontano arrabbiati e sconsolati, mentre preparano un’assemblea per giovedì quando si riuniranno in facoltà per seguire, a distanza, le decisioni dei giudici. «La nostra magistrale — spiega Leonardo Santini — è stata istituita tre anni fa, dopo l’abolizione delle specialistiche, e ci è sempre stata presentata come abilitante. Sia sulle guide dell’università che sul sito del ministero è scritto che, una volta laureati, possiamo svolgere “tutte le prestazioni professionali consentite all’architetto iscritto alla sezione A dell’albo”. D’altronde il nostro bando di ammissione è passato, come da prassi, al vaglio sia degli organi universitari che sotto la lente del Cun, il Consiglio universitario nazionale che dipende dal Miur».
Qui uno schema sulla laurea in architettura:
Ed ecco la fine della storia:
Nell’estate 2011 però, al termine del biennio magistrale, i ragazzi hanno scoperto che tramite il portale dello studente, unica via alla Sapienza per iscriversi all’esame di Stato, non era possibile scaricare i moduli per la prova: il sistema non riconosceva come valido il loro piano di studi. «Sconvolti ci siamo rivolti agli uffici della Sapienza — racconta una studentessa, F. F. — abbiamo scritto lettere, incontrato i professori, finché dal ministero non è arrivata, dopo mesi, la drammatica comunicazione che il nostro corso non è abilitante. Ci sentiamo truffati». Per i legali che li assistono, Vanna Pizzi e Vittorio Largajolli, il problema risiede in un vizio di interpretazione da parte del Miur della disciplina che regolamenta l’accesso alla professione, scritta dal ministero stesso.
Il dicastero di viale Trastevere non riconosce il valore abilitante del corso in “Interni e allestimenti” perché manca il riconoscimento ufficiale dell’Unione europea:
Di tutt’altro avviso la Facoltà, come spiega il preside Renato Masiani: «Abbiamo sempre attestato la validità del corso perché rispetta le linee guida della 270 (la legge che regola le magistrali in Italia) che a sua volta tiene conto dei paletti europei. Sono questi per noi i criteri per giudicarlo “conforme” alla legge. È inaccettabile che i ragazzi non possano esercitare la professione». «Siamo in un limbo — si sfoga Leonardo — e il dramma è che non possiamo nemmeno riscriverci ad architettura perché non è consentito laurearsi due volte nella stessa materia. Se tornassi indietro sceglierei un’altra magistrale, ma era questo il corso che ho sempre sognato».