Perché la guerra all’aborto è un orrore

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FANATICI DISPOSTI A TUTTO – È quindi un micidiale mix d’arrogante fanatismo religioso, ipocrisia e ignoranza quello che minaccia il diritto alla scelta abortiva nelle democrazie in Occidente. Una minaccia che viene da una minoranza organizzata che agisce per ragioni ideologiche e che non ha ritegno ad infliggere enormi sofferenze a donne già sofferenti pur d’affermare la supremazia dei propri principi al di sopra della libertà degli altri. Incapaci d’abbattere le leggi che riconoscono il diritto all’aborto, i crociati colpiscono con cieca violenza dove possono e senza alcuna vergogna e in fondo è anche comprensibile, dal loro punto di vista sono in missione per conto di Dio, per salvare i bambini dalle assassine, non c’è da andare troppo per il sottile.

LA MAGIA DELLA REALTÀ CONTRO L’OSCURANTISMO – Una battaglia di retroguardia che provoca inutili sofferenze,  lo sanno anche i buoni cristiani che l’aborto non si può efficacemente proibire e che esistono ormai medicinali abortivi ampiamente disponibili, e non solo la famosa pillola del giorno dopo. Proprio il principale ingrediente della RU-486 di ritrova infatti in un farmaco contro l’ulcera, il misoprostolo (Cytotec nella versione prodotta da Pfizer e in numerose altre denominazioni commerciali), una prostaglandina ormai ben conosciuta nei paesi nei quali l’aborto è vietato, che è tutto quello che serve per provocare un aborto senza particolari rischi, anche se non senza pena qualora impiegato malamente. Associato con il mifepristone nella RU-486 risulta efficace in oltre il 90% dei trattamenti, da solo si ferma poco sopra l’80% e i tentativi sono ripetibili. Nei fatti induce contrazioni dell’utero e un aborto quasi sicuro entro le prime 9 settimane di gravidanza e con ottime possibilità di riuscita anche nel secondo trimestre. Il tutto al costo di una quindicina di euro a confezione e nella massima discrezione, si può anche acquistare in rete o in farmacia senza ricetta (nella pratica si è dimostrato che non è impossibile), anche se dovrebbe essere venduto dietro prescrizione e se  è sempre meglio rivolgersi a un medico che curi dosi e tempi. Il medicinale è già abitualmente usato nella pratica medica per indurre il parto ed è anche raccomandato da organizzazioni come Women on waves, bisogna solo avere cura nell’osservare la corretta posologia, per il resto in caso di qualsiasi complicazione, in genere emorragie provocate dall’abbondare con le dosi, ci si può rivolgere alle strutture sanitarie anche dove l’aborto è vietato. L’espulsione, ancorché indotta, è indistinguibile da quella per cause naturali. Per questo anche la battaglia contro la RU-486, in Europa legale ovunque tranne che in Polonia, Lituania, Irlanda e Malta, è nei fatti del tutto ipocrita, visto che un medicinale equivalente si trova già  in farmacia da anni e che qualsiasi medico in qualsiasi paese è in grado di prescriverlo e di seguirne l’assunzione a scopo abortivo, evadendo qualsiasi controllo di legge e anche i limiti altrimenti imposti dai disciplinari che accompagnano la RU-486, farmaco equivalente e dagli effetti appena più efficaci. E il bello è che non si ha notizia di farmacisti obiettori che non lo vendano. Si tratta di un dettaglio sul quale i crociati ovviamente sorvolano, perché l’ignoranza gioca a loro favore e quindi questa banale evidenza è da tener nascosta e da allontanare come se fosse la voce del diavolo. O più banalmente il dettaglio che incenerisce ogni pretesa d’accanimento contro il diritto di abortire e contro l’ancor più sacro diritto ad essere assistite al meglio, in questa come in ogni altra circostanza che metta a rischio o in difficoltà la salute della persona.

 

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