Quirinale, Sechi per un «politico condiviso» come successore di Napolitano

Politico, condiviso e capace di diventare leader autorevole, alla luce dei rilevanti poteri che la Costituzione gli affida. Il consigliere giuridico di Giorgio Napolitano Salvatore Sechi ha tracciato un identikit per la successione dell’attuale presidente della Repubblica, che interromperà il suo secondo mandato entro pochi giorni. L’intervento di Sechi appare inusuale, visti i consigli a Parlamento e Governo su come procedere all’ormai prossima elezione del nuovo capo dello Stato.

UN POLITICO AL QUIRINALE – Sul «Corriere della Sera» di oggi il «quirinalista» Marzio Breda intervista Salvatore Sechi, il consigliere giuridico di Giorgio Napolitano in merito alle caratteristiche che dovrà avere il nuovo capo dello Stato. A ormai pochi giorni dalle dimissioni dell’inquilino del Quirinale uno dei dirigenti  più importanti della presidenza della Repubblica a lui più vicini rimarca come il successore di Napolitano dovrebbe essere un politico, e non il tecnico o l’esponente della società civile che piace a diversi partiti come Lega Nord o Movimento 5 Stelle.  Un’ipotesi che sembra suggestionare anche Palazzo Chigi a quanto trapelato sui quotidiani nelle settimane scorse.

Azzardare la candidatura di un non politico, quasi che questo tratto identitario offrisse di per sè garanzia di castità istituzionale, sarebbe solo un modo sbrigativo per lavarsi la coscienza e confermerebbe la svalutazione della politica in quanto tale. Se i partiti cedessero su questo fronte, oltre a mettersi sulla scia di quanti delegittimano il sistema, dimostrerebbe scarsa lucidità. Non per nulla a un presidente si chiede, accanto alle doverose doti di neutralità ed equilibrio senza condizionamenti, di essere inserito nelle dinamiche della politica. Di capirle e di sapersi muovere senza difficoltà nelle mutevoli cornici in cui essa si inscrive

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UN PRESIDENTE CONDIVISO E AUTOREVOLE AL QUIRINALE – Salvatore Sechi, che è stato consigliere giuridico di quattro presidenti della Repubblica, Cossiga, Scalfaro, Ciampi e Napolitano, rimarca come sia preferibile una soluzione condivisa per l’elezione del capo dello Stato. «Anche una soluzione diversa non sarebbe certo sbagliata», spiega Sechi, ribadendo sua speranza in una successione risolta al primo scrutinio, come capitò quando al Colle furono eletti Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi. Secondo il consigliere giuridico di Giorgio Napolitano il prossimo presidente della Repubblica diventerà un leader autorevole anche nel caso in cui prima non lo sia stato, visti i rilevanti poteri «non cerimoniali» che la Costituzione affida al capo dello Stato.

Chiunque salga al Colle, anche se non è mai stato un leader prima, impiega pochissimo a capire di quale prerogative disponga e a usarle quando serve per il bene del Paese, senza trasformarsi in partigiano del Governo o fiancheggiare l’opposizione come sempre si spera, in questo nostro bipolarismo barbarico

Un altro passaggio piuttosto irrituale, che sembra un messaggio dell’attuale presidenza della Repubblica verso chi erroneamente auspica un nuovo capo dello Stato meno influente sulla vita politica italiana rispetto a Giorgio Napolitano. I poteri previsti dalla Costituzione sono molto rilevanti, e il loro utilizzo dipenderà da ciò che imporrà il bene del Paese. Sembra questa una possibile sintesi del pensiero di Salvatore Sechi in merito al nuovo presidente della Repubblica.

Photo credit: Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

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