UE profughi, quali soni i Paesi contrari alla distribuzione dei richiedenti asilo
29/05/2015 di Redazione
UE profughi
, le divisioni dell’Europa sulla ripartizione dei richiedenti asilo sono profonde e numerose. La proposta della Commissione sulla distribuzione di 40 mila profughi all’interno di tutti i Paesi UE per dare un po’ di sollievo in futuro all’accoglienza messa in campo principalmente da Italia e Grecia non convince molte capitali. L’approvazione dell’agenda per l’immigrazione proposta dall’esecutivo comunitario guidato da Juncker appare oltremodo complessa.
UE PROFUGHI
– Migliaia di persone sono morte nel Mar Mediterraneo in questi ultimi mesi, mentre i profughi che sbarcano sulle coste sono poi rinchiuse in strutture emergenziali dove è difficile garantire il rispetto della dignità umana. I Paesi che si trovano ai confini marittimi dell’Unione Europea come Italia e Grecia non riescono più a gestire l’emergenza che dura ormai da molto tempo. Per questo motivo la Commissione Juncker ha deciso di promuovere un nuovo sistema per la ripartizione dei richiedenti asilo all’interno dell’UE. Le rigidità del regolamento di Dublino, che non consente la circolazione dei profughi con l’eccezione dello Stato che li ha accolti, sono mitigate dalla proposta di distribuire 40 mila nuovi richiedenti asilo che arriveranno nei prossimi due anni in Italia e Grecia. L’idea della Commissione si sconta però con l’ostilità di numerosi Paesi Membri, con la sola Germania schierata a sostegno della ripartizione dei profughi. I tradizionali alleati di Berlino, che hanno sostenuto le politiche di austerità durante l’eurocrisi, hanno espresso numerose contrarietà e critiche alle Commissione, senza particolari differenze tra governi di diverso orientamento politico.
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STATI CONTRO – La proposta della Commissione dovrà essere approvata dal Consiglio dell’Unione Europea, e se non si troverà un accordo la questione sarà demandata al Consiglio Europeo, l’organismo che riunisce i capi di stato e di governo dell’UE, il motore politico delle istituzioni comunitarie. Regno Unito e Danimarca, che rifiutano il sistema delle quote, probabilmente non voteranno esercitando la clausola di opt-out che permette loro di non recepire le normative comunitarie su questioni relative agli affari interni. L’Austria, che secondo la Commissione dovrebbe accogliere il 3,03 dei profughi, ovvero 1213 persone, sta valutando se la distribuzione non sovraccarichi eccessivamente le sue strutture. I popolari hanno già annunciato una probabile contrarietà alla richiesta della Commissione. La Spagna, un governo espressione del solo Ppe, ha criticato l’eccessivo numero di profughi che dovrebbe accogliere. Secondo l’esecutivo di Madrid la Commissione non ha tenuto in giusta considerazione l’alta disoccupazione che affligge l’economia iberica. La Francia ha espresso numerose riserve, e ha ribadito la necessità di non far entrare i migranti economici, che in Italia sono definiti clandestini, all’interno dei confini europei. La Repubblica Ceca, la Polonia, e i Paesi baltici rifiutano le quote: il blocco dell’Est Europa, vicino alla Germania su molti dossier europei, è invece compatto nella contrarietà all’agenda per l’immigrazione della Commissione Juncker. Posizione di contrarità ancora più netta è espressa dall’Ungheria di Orban.
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