Raccolta differenziata: quando la multa è per colpa degli altri
08/09/2014 di Alessio Barbati

La campagna della “nuova raccolta differenziata” promossa dal Campidoglio e messa a punto da Ama continua ad espandersi. Una nobile causa non priva di insidie, che fatica a raggiungere il pieno regime. Stando al regolamento la raccolta condominiale va fatta “indoor”. I rifiuti, devono essere raccolti dai condòmini nei bidoni condominiali; poi, negli orari e nei giorni indicati dall’Ama strada per strada , i cassonetti devono essere portati fuori, per poi essere riportati negli spazi condominiali a raccolta avvenuta.
PIU’ SPESE, MENO SERVIZI – I dissapori condominiali sono questione nota a chiunque non abiti in villa e l’idea di dover mettere d’accordo un intero palazzo su chi debba occuparsi dei cassonetti, stabilendo eventuali turni e rotazioni è pura utopia. Sopratutto in un paese come l’Italia, che occupa il secondo posto in Europa per tasso di anzianità, è verosimile chiedere ad una coppia ultraottantenne di spostare i cassonetti della spazzatura di tutto l’edificio? La soluzione più comoda sembrerebbe incaricare un addetto al “trasporto” due volte a settimana, ovviamente a pagamento. Alla cifra da sborsare si aggiungerebbero anche gli aumenti in bolletta previsti dall’Ama. Un incremento dei costi quasi irrisorio, di circa un euro al mese a famiglia. Appare tuttavia singolare un aumento delle bollette accompagnato da ulteriori oneri a carico dei cittadini. Un più 4% sulla tariffa totale nonostante i continui disagi cittadini e sopratutto dopo l’emergenza rifiuti di quest’estate.
LE SANZIONI – Da giugno, il programma dell’Ama ha raggiunto undici municipi, con l’obiettivo entro fine anno di arrivare al 50% di raccolta differenziata. Di pari passo con l’estensione del servizio si muovono le perplessità dei romani che non intendono spostare da soli i bidoni del vicino di casa o peggio, dell’intero palazzo.