Rc auto: la truffa delle assicurazioni false

LE PREOCCUPAZIONI NEL BRESCIANO – Il fatto che una di queste aziende fosse ubicata ad Arese dimostra che, al di là della vulgata, questo problema riguarda tutta Italia. Ogni regione ha le sue gatte da pelare. L’Eco delle Valli, sito che si occupa dell’area a nord della provincia di Brescia. La polizia locale di Gardone Valtrompia ha spiegato che a causa della crisi nel paese sono state rinvenute nel 2012 70 autovetture con contrassegno scaduto o falsificato, a volte dallo stesso automobilista. Se poi consideriamo che nel 2011 le auto furono 35 e nel 2010 solo dieci, si capisce come il fenomeno sia in rapidissima e violenta espansione.

IL PROBLEMA A PADOVA – Inoltre i falsari nella zona sarebbero disposti a rilasciare un documento contraffatto a soli 150 euro con tanto di talloncino giallo da esporre all’interno della vettura come previsto dalla legge. A quel punto scatta la confisca ed una multa da 800 euro ai quali vanno aggiunti 200 euro per la custodia del mezzo. Anche a Padova il problema è vivo e reale. Come spiega Padova Oggi anche nella città patavina sono molti quelli che a causa della crisi hanno deciso di sfidare la legge circolando con la patente scaduta o falsificata. Indirizzi strani, colori non conformi alla legge, caratteri a dir poco particolari. Ecco le caratteristiche principali di un tagliando falso.

FENOMENO FALSO – Secondo l’Automobile Club d’Italia a fine 2011 circolavano in Italia 3 milioni e mezzo di autovetture prive dell’assicurazione Rc Auto. Ciò vuol dire che su 100 automobili in strada, sette sono prive di copertura assicurativa. Di questi sono stati beccati dalle forze dell’ordine in 100 mila mentre gli incidenti causati nel 2010 da vetture prive di assicurazione -nelle quali vengono inserite anche le macchine dotate di contratti falsi- sono state 22 mila, il 10 per cento in più rispetto al 2009, ad ennesima dimostrazione che il fenomeno è in continua angosciante crescita.

L’USO DELL’OCCHIO ELETTRONICO – A causa di questo si è deciso, anche dopo l’improvviso aumento delle richieste di rimborso sinistro da parte del Fondo Vittime della Strada nel 2011 di “aggiornare” i dispositivi per la sorveglianza delle Ztl o gli autovelox a fotografare il tagliando dell’assicurazione. In sostanza i dati e le targhe lette dai dispositivi verranno incrociati con i dati in possesso alle compagnie assicurative. La prova? La foto del tagliando. Il tentativo una volta tanto non è quello di fare cassa ma semplicemente di dare una mano alla collettività scovando tutti coloro che mettono in pericolo gli altri a causa di una mancata copertura assicurativa.

LE MULTE – Ed ora parliamo di sanzioni. L’acquisto di polizze e certificati falsi d’imprese non autorizzate dall’Isvap, oggi Ivass porta automaticamente alla non copertura assicurativa del veicolo, e chi non ha il mezzo con tutti i dati al suo posto rischia una sanzione pecuniaria che arriva fino a 3.194 euro oltre alla confisca del veicolo. La falsificazione di una polizza o di un contrassegno invece porta ad una pena che va dai sei mesi all’anno di reclusione, e parliamo di un reato penale. In caso di acquisto da parte di un’impresa non autorizzata il contratto è nullo ed in caso d’incidente, anche se si ha ragione, non si ha diritto ad alcun risarcimento ma sarà necessario parlare con l’azienda della controparte.

FONDO VITTIME DELLA STRADA – Se invece è la vettura priva di assicurazione ad avere torto, il problema si complica parecchio. Il danneggiato, visto che non può richiedere un indennizzo alla propria azienda né a quella della controparte, chiederà ragione direttamente al guidatore o potrà rivolgersi al fondo per le vittime della strada, che rimborsa per tutti i danni causati da veicoli o natanti non assicurati. E non è che i soldi li trovino sotto il cuscino. Siamo tutti noi che contribuiamo al fondo con parte del nostro premio. Per difendersi dall’acquisto di polizze truffa è necessario consultare il sito dell’Ivass e diffidare da coloro che propongono delle assicurazioni con aziende quasi sconosciute e con prezzi stracciati rispetto alla media.

RISVOLTI PENALI – Ma forse questo non basta ancora. Se le autorità, di concerto con le forze dell’ordine, hanno deciso di dare una stretta decisa al fenomeno delle assicurazioni false, ecco che i “furbetti” si arrangiano cambiando strategia. A Napoli, città con la RcAuto più cara d’Italia, alcuni automobilisti hanno instaurato una residenza fittizia a Torino per pagare meno mentre a Voghera sono stati beccati sei automobilisti con un documento falso ma vero. Nel senso, questi avevano rubato il contrassegno ad un’altra auto, avevano modificato la targa e giravano indisturbati, convinti che nessuno li avrebbe beccati. Ok che la crisi morde i polpacci e si cerca di risparmiare come si può, ma qui si rasenta il comportamento criminale, e non esiste alcuna giustificazione per questo. (Photocredit Lapresse)

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