Lo Stato chiede (altri) 5 milioni di euro a Lombardia e Veneto per il referendum
19/10/2017 di Gianmichele Laino
«E io pago», pensano i cittadini di Lombardia e Veneto. A pochi giorni dal referendum sull’autonomia nelle due regioni del nord Italia (che si celebrerà il prossimo 22 ottobre), il ministero dell’Interno chiede ai consigli regionali di far fronte alle spese per l’ordine pubblico. Un conto decisamente salato, quantificato in oltre 2 milioni di euro per il Veneto e in circa 3 milioni di euro per la Lombardia. Il tutto va ad aggiungersi ai 64 milioni di euro spesi fino a questo momento per mettere in moto la macchina organizzativa.
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REFERENDUM AUTONOMIA, IL GOVERNO PRESENTA IL CONTO
Il motivo di questa spesa è da ricercarsi nelle spese per gli uomini delle forze dell’ordine che verranno utilizzati per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Non soltanto il pagamento della quota di straordinario: da conteggiare ci sono anche le spese di vitto, alloggio e di indennità di ordine pubblico per tre giorni. Una cifra considerevole, che il governo chiede alle regioni in virtù di un accordo sottoscritto alla vigilia del referendum costituzionale del dicembre 2016 e che è stato confermato anche per i referendum sulle autonomie del prossimo 22 ottobre.
Insomma, una sorta di cartuccia segreta nelle tasche del governo, sparata al momento giusto. Pertanto, i consigli regionali di Lombardia e Veneto dovranno trovare dei soldi in bilancio per far fronte a una voce di spesa nient’affatto secondaria. Il tutto a danno dei contribuenti.
REFERENDUM AUTONOMIA, LA RISPOSTA DI ZAIA
Le risposte non si sono fatte attendere. Ha replicato, ad esempio, il governatore del Veneto Luca Zaia che, pur protestando contro l’iniziativa del ministero dell’Interno, non perde quella che lui stesso ha definito una calma gandhiana: «Accogliamo con un sorriso gandhiano e con una certa assuefazione – dice Zaia – l’ultima sorpresa proveniente da Roma e dal Governo nel tentativo disperato di ostacolare fino all’ultimo il referendum sull’autonomia del Veneto. Il conto è una somma che ritengo assai lautamente ripagata dal gettito fiscale che ogni anno i veneti mandano a Roma e non ritorna sui territori».
REFERENDUM AUTONOMIA, MARONI PRENDE LE DISTANZE DA ZAIA
Di tutt’altro parere Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia: «Non c’è nessuna sorpresa, è giusto così. Anzi: il fatto che i costi della sicurezza ci vengano addebitati significa che lo Stato riconosce le nostre competenze anche in termini di sicurezza». Insomma, due punti di vista diversi, due anime dello stesso partito, la Lega Nord, che ultimamente non si stanno muovendo più all’unisono. Anche questo è un segnale.
(FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)