Report “uccide” anche i cornetti
01/06/2015 di Valentina Spotti
Cornetti al miele oppure no? Nella puntata di Report di domenica sera è andata in onda anche l’inchiesta di Bernardo Iovene su come vengono preparati cornetti e brioche, quelli che si trovano nei bar e nelle pasticcerie e che, ogni mattina, rappresentano la colazione di milioni di italiani, da Nord a Sud.
I CORNETTI AI CEREALI E MIELE –
L’oggetto del contendere riguarda sopratutto gli ingredienti usati per preparare cornetti e brioche, in particolare i cornetti ai cereali e miele che ultimamente andrebbero per la maggiore perché considerati più salutari e genuini. Iovene è andato a intervistare Nicola Caramaschi, Direttore della Qualità e della Sicurezza di Autogrill, dove ogni giorno si sfornano e si servono migliaia di cornetti e brioche ad altrettanti avventori. Ebbene, nella lista degli ingredienti si scopre che il miele contenuto nei cornetti al miele è veramente pochino: l’1,1% sul prodotto finito, mentre negli ingredienti si legge un 8% di “preparato al miele” di cui però non si riesce a capire l’esatta composizione.
BURRO, MARGARINA, OLIO DI PALMA O PALMISTO? –
E poi c’è la questione del burro, che dovrebbe essere l’ingrediente principale della pasta sfoglia (utilizzata appunto per fare i cornetti) e che invece è sostituito dalla ben più economica margarina (grasso vegetale altamente saturo) o da un mix di olio di palma e di palmisto che, come spiega Guido Perin, l’ecotossicologo dell’Università di Venezia intervistato da Iovene, è «quello che ha la quantità, in termini di grassi saturi, di rischio soprattutto per la popolazione giovane, il maggior quantitativo di tutti gli olii»:
Il palmisto è dentro questa farcitura alla crema insieme ad altri olii con grassi saturi. E a stabilizzante, conservante, colorante etc etc… Il professor Perin e il professor Conti che studiano proprio i grassi saturi negli olii, sono preoccupati. […] È la prima volta che lo vedo. È la prima volta che lo vedo e questo effettivamente mi preoccupa parecchio. […] Il palmisto ha l’82% di acidi grassi saturi. È fra i peggiori alimenti dal punto di vista
del rischio di cardiopatie. Per cui chi mangia questi cornetti, come da questo documento che lei mi ha sottoposto, sicuramente è una persona che entra in fascia di rischio.
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I COMMENTI SU TWITTER –
I telespettatori, tuttavia, non sono sembrati particolarmente impressionati. I commenti su Twitter denotano una certa consapevolezza: che i cornetti e le brioche che si trovano al bar o nei ristoranti della grande distribuzione non siano paragonabili per gusto e salubrità ai prodotti artigianali fatti “con tutti i crismi” sembra infatti essere cosa nota. E non manca qualche tweet ironico:
Una vita passata a demonizzare il burro. Ora scopriamo che ci vuole il burro per i cornetti e che fa quasi bene. Decidetevi. #report
— La Signorina Emme (@LaSignorinaEmme) 31 Maggio 2015
Ma veramente vi stupiti perché i cornetti sono surgelati? Cioè, pensavate che li preparassero tutte le notti? #report — Chiara senza kappa (@stuppi86) 31 Maggio 2015
Nun ce stanno più i cornetti de ‘na vorta!!#report
— tilt rm (@tilt61) 31 Maggio 2015
mo tocca fasse pure i cornetti in casa #report — Sgruntz (@woman_what) 31 Maggio 2015
Non so se mi fa venire più ansia la Gabanelli con i suoi cornetti al gusto di tumore o Mentana che imita Crozza #report #maratonaMentana
— Emy Indini (@Emystarlight) 31 Maggio 2015
Mi piace molto questa cosa che grazie a #report non ve magnate più i cornetti. Ma nemmeno le bombe alla crema? #nolattosioanchepervoi — Alessandra Morciano (@Ale_Morciano) 1 Giugno 2015
Mentre qualcuno si ricollega a una delle inchieste di Report di inizio stagione, quella sui famosi piumini Moncler:
Finalmente Report ci ha dato una buona notizia: non vi è traccia di piume d’oca nei cornetti venduti al bar.
— Post (@gio_post) 31 Maggio 2015
(Photocredit copertina: Rai3/Report)