Report e gli affari Berlusconi-Putin
16/12/2012 di Redazione
La puntata di Report di stasera si apre con l’inchiesta di Paolo Mondani su Eni, il colosso degli idrocarburi. Racconta Repubblica che un ex manager del Cane a sei zampe, che ha lavorato nel giacimento kazako di Karachaganak dal 2009, ha spiegato così a Report alcune scelte strategiche dell’azienda italiana:
«Per favorire i russi, il governo Berlusconi ha svenduto gli idrocarburi in loco, e ha appoggiato il gasdotto South Stream, così è Gazprom a imporre il prezzo del gas e l’Eni, che appoggiando il gasdotto alternativo Nabucco avrebbe potuto ridurre i prezzi, si è tagliata le palle». Secondo il dirigente, che ha accettato di parlare sotto anonimato, «all’ad Paolo Scaroni glielo ha detto Berlusconi, che ha i suoi rapporti con Putin. È una questione geopolitica e di interessi personali: l’Italia ci perde, ma qualche italiano ci guadagna. Esiste una società kazaka chiamata Zhaikmunai controllata dai paradisi fiscali, che ha un piccolo campo di esplorazione in Kazakistan e tira su dei ricavi nell’ordine di un milione di dollari al giorno con margini del 50%. Io chiesi a Eni chi erano i proprietari e mi dissero: occupati del tuo lavoro e non rompere i coglioni. Parlai con dei dirigenti della petrolifera di stato kazaka: mi dissero che in Zhaikmunai si nascondono interessi di politici kazaki e italiani». Chi? «Uomini importanti del centrodestra, i soliti. I nomi me li hanno fatti, poi in Eni mi hanno chiaramente detto di stare attento al fuoco amico, quindi io sto zitto».
Repubblica riporta in un articolo a firma di Andrea Greco che Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, ha detto:
«Ho parlato con uomini dei servizi segreti britannici e sanno bene che il rapporto politico Berlusconi- Putin è anche d’affari, con relazioni personali e corrotte che riguardano il gas». Zhaikmunai è un affare per pochi. La società esiste, ha un sito, prospera, con una redditività superiore al 50% dei ricavi (saliti da 108 milioni del 2007 a 340 milioni l’anno scorso). Ha anche titoli quotati a Londra. Ma ha una trasparenza tutta sua, che si limita all’operatività ed esclude l’azionariato. Fra le tracce lasciate negli archivi c’è il curioso legame con due Sicav lussemburghesi — World Invest e Aerion Fund — che l’anno scorso hanno acquistato suoi bond per 450mila dollari. Pochi, ma perché tra tutte le società mondiali puntare proprio su un’anonima piccola estrattrice kazaka? Forse si capirebbe meglio tenendo a mente che le due Sicav sono emanazioni della Banca Arner. Di fatto gestite dall’istituto svizzero dove Silvio Berlusconi è titolare del conto corrente numero 1.