Giudici: la responsabilità civile dei magistrati è legge
25/02/2015 di Redazione
Cambiano le regole sulla responsabilità civile dei magistrati dopo il via libera definitivo di Montecitorio al disegno di legge, con primo firmatario Enrico Buemi (Psi), sostenuto dal governo Renzi. Come sottolinea il quotidiano “La Repubblica“, si tratta di una svolta: adesso le toghe che sbaglieranno pagheranno per i propri errori.
Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge! #passodopopasso #lavoltabuona @AndreaOrlandosp
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 Febbraio 2015
RESPONSABILITÀ CIVILE TOGHE, COME CAMBIANO LE REGOLE
Come spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro sulla materia pendevano due procedure d’infrazione in sede Ue per mancata applicazione del diritto comunitario. Il rischio per l’Italia era quella di pagare una multa stimata in circa trentasette milioni di euro.
La nuova norma rinnova la legge Vassalli del 1988, mantenendo però l’impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato, che a sua volta si rivale nei confronti del giudice. Ci sono però sostanziali differenze:
«Viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove. Un punto che insieme al filtro ha fatto discutere anche oggi, soprattutto i Cinque Stelle, che pure al Senato avevano votato a favore, facendo un’apertura di credito rispetto alle garanzie di migliorare il testo alla Camera, ha spiegato oggi il deputato M5S Alfonso Bonafede», si legge su “Repubblica”
Il governo ha respinto tutti gli emendamenti presentati. E considera quanto votato “un passaggio storico”. «La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati», ha commentato il Guardasigilli Andrea Orlando.
ANM PROTESTA
Critiche sono invece arrivate dall’Associazione nazionale magistrati:
«”Un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati”, dice l’associazione di categoria delle toghe che sottolinea come tutto questo accada mentre c’è una “corruzione dilagante”. La politica, sostiene il leader del sindacato delle toghe Rodolfo Sabelli, “oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalità, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. E’ una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione”. Con questa nuova norma, continua Sabelli, “si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi è un rischio di azioni strumentali” dando “la possibilità alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. E’ una strada pericolosa verso una giustizia di classe”.
IL “TAGLIANDO” E LA LEGGE DA MONITORARE
L’applicazione della nuova norma, come ha ammesso lo stesso ministro della Giustizia, verrà monitorata:
«Valuteremo laicamente gli effetti – assicura il guardasigilli – e siamo pronti a correggere alcuni punti». Un ‘tagliando’ a posteriori, quindi, non è da escludere. “Ma ritengo che sarà sufficiente la giurisprudenza a chiarire che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro”, sottolinea Orlando. Rischi quali la pioggia di ricorsi, ora che non serve più una passaggio preventivo per valutarne l’ammissibilità; e che il travisamento del fatto e della prova rientra fra le ipotesi per cui chiedere i danni»
Il “tagliando”, come spiega Liana Milella sul quotidiano “La Repubblica“, potrebbe essere realizzato tra sei mesi. Per esorcizzare il rischio ricorsi e di paralisi della giustizia:
«Sta qui il pericoloso effetto boomerang. Palazzo Chigi e l’Avvocatura dello Stato assediati di ricorsi. Di cause di cittadini contro i giudici che si rivolgono allo Stato per avere giustizia. Pm e giudici costretti a loro volta a lasciare le inchieste e i processi che stanno gestendo perché diventati clamorosamente incompatibili per via dei ricorsi stessi. Come dice più di un magistrato, “altro che legge storica, questa sarà la debacle della giustizia. [..] E la paura si sta facendo strada anche nel Pd»