Reverse Charge, l’Europa dice no: buco di bilancio di 728 milioni di euro
22/05/2015 di Redazione
L’Unione Europea ha bocciato la richiesta italiana di estendere la deroga sulla «Reverse Charge» nei confronti dei fornitori del settore della grande distribuzione. Niente inversione contabile quindi per il settore in quanto, secondo Bruxelles «non c’è evidenza sufficiente che tale misura contribuirà a contrastare le frodi». La misura potrebbe costare all’Italia 728 milioni di euro e questi soldi verrebbero recuperati, a partire dal 30 giugno, con un aumento sulle accise dei carburanti.
EVITARE LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA –
Il Tesoro dal canto suo sembra fosse già al corrente del giudizio di Bruxelles tanto che, come ricorda Repubblica, sono già allo studio soluzioni per limitare l’impatto sui conti pubblici. E quindi, come ha ricordato il ministro Padoan negli scorsi giorni, si cercherà di “disinnescare” le clausole di salvaguardia anche se il “tesoretto” verrà usato per applicare la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni. La Commissione ha inoltre aggiunto che è in corso di analisi la richiesta italiana di introdurre una misura speciale per le entità pubbliche che dovrebbero pagare l’Iva su un conto separato anziché al fornitore.
CHE COS’É IL REVERSE CHARGE O INVERSIONE DELL’IVA –
Il “reverse charge”, inviso a commercianti e industriali che avevano presentato un ricorso a Bruxelles, è stato introdotto nella legge di stabilità. Questo prevedeva un diverso meccanismo di applicazione dell’Iva allargandola alla grande distribuzione eliminando la possibilità di detrazione. Si tratta quindi di un’inversione contabile che prevede come il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, se soggetto passivo nel territorio dello Stato, deve pagare l’imposta in luogo del cedente o prestatore. Quest’ultimo riceve dal cliente l’importo del bene o della prestazione e così viene esonerato dall’obbligo di versare l’Iva sull’operazione eseguita. Per l’erario non cambia nulla ma in questo modo il cedente non corre il rischio di “saltare” il versamento dell’Iva mentre il cessionario non può “dimenticare” di annotare l’Iva altrimenti la registrazione sarebbe nulla.
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LA SODDISFAZIONE DI CONFCOMMERCIO –
Confcommercio ha espresso viva soddisfazione per «la mancata autorizzazione all’Italia sull’introduzione del ‘reverse charge’ nei rapporti tra gdo alimentare e i propri fornitori». Allo stesso tempo non si deve far ricadere l’onere, continua l’associazione, sui carburanti: «Occorre ora pero’ scongiurare l’attivazione della clausola di salvaguardia che porterebbe all’incremento dell’accise sulla benzina e sul gasolio. Tali risorse devono essere reperite attraverso tagli di spesa pubblica improduttiva e non attraverso nuovi incrementi di imposta».
CONFINDUSTRIA PLAUDE A BRUXELLES –
Soddisfatta anche Confindustria: «La Commissione Europea accoglie i rilievi che Confindustria aveva evidenziato anche mediante la presentazione, lo scorso 10 marzo, di un complaint ufficiale, ritenendo che la norma della Legge di stabilità 2015 non fosse in linea con le regole e con le finalità delle disposizioni comunitarie in materia di Iva. Apprezziamo, in particolare, che la Commissione abbia confermato quanto da noi sostenuto circa l’inefficacia della misura al fine di contrastare le eventuali frodi nel settore delle forniture a supermercati, ipermercati e discount alimentari. Siamo molto soddisfatti soprattutto perché i fornitori della GDO possono tirare un sospiro di sollievo, evitando di dover subire le pesanti conseguenze finanziarie che il reverse charge avrebbe loro causato, non consentendo un veloce recupero dei crediti Iva che queste imprese avrebbero maturato. Auspichiamo che la Commissione Europea dimostri altrettanta ponderazione nell’esprimere le proprie valutazioni anche su di un’altra misura controversa per le imprese, quale e’ lo split payment per l’assolvimento dell’Iva sulle forniture alla pubblica amministrazione, le cui ricadute finanziarie sul sistema imprenditoriale si stanno rivelando altrettanto gravi». (Photocredit copertina Tim Boyle/Newsmakers/Gettyimages)