Strage Barcellona, la compagna e il fratello ricordano Bruno Gulotta: «Ha salvato i suoi figli. Agghiacciante sentire la frase ‘es muerto’»
29/08/2017 di Gianmichele Laino
Il furgone che avanzava a una velocità folle sulla Rambla. Lo sguardo di Bruno Gulotta, la freddezza nello spinger via la compagna Martina Sacchi, 27 anni, e i suoi due figli. L’impatto del veicolo contro il suo corpo. L’arrivo sul posto del fratello Lorenzo, 24 anni, e quella frase agghiacciante del poliziotto che ricopre il corpo di Bruno con un telo: «Es muerto». Il racconto al sito Tom’s Hardware, dove Gulotta – una delle vittime italiane dell’attentato terroristico a Barcellona – lavorava.
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A parlare sono proprio la compagna e il fratello che ripercorrono, come una sorta di sequenza di istantanee, i tragici momenti della scomparsa della persona cara. E che ci fanno capire come sia difficile gestire la brutale verità della morte che ti piomba davanti all’improvviso, mentre un attimo prima eri felice e spensierato.
RICORDO BRUNO GULOTTA, LE PAROLE DELLA COMPAGNA MARTINA
«Passeggiavamo sulla Rambla – dice Martina a Tom’s Harware -. Bruno teneva per mano Alessandro (il figlio, ndr) e io spingevo il passeggino con dentro Aria (l’altra figlia, ndr). Eravamo lì da qualche minuto quando ho sentito tante urla e mi sono voltata. Ho visto il furgone che puntava su di noi. È stato un attimo. Davanti eravamo bloccati da un palo e un albero, ci siamo messi a correre verso la strada. Bruno ha spinto Alessandro verso di me e io l’ho afferrato. Il furgone ha sfiorato me e Alessandro e ha preso Bruno in pieno. L’ho visto per terra. Mi sono chinata su di lui e ho gridato, ho chiesto aiuto, era vivo. Gli ho detto ‘amore ti prego non mi lasciare’, mi è sembrato di vedere un guizzo nei suoi occhi. Penso che mi abbia sentito».
RICORDO BRUNO GULOTTA, LE PAROLE DEL FRATELLO LORENZO
Martina racconta dei momenti immediatamente successivi: lei ha cercato di stare vicina a Bruno, ma la polizia l’ha allontanata e le ha permesso di rifugiarsi in un albergo sulla Rambla, insieme ai suoi figli. Dalle vetrate dell’hotel si vedeva tutto. Quando la donna è riuscita a tornare sul luogo dell’attentato, quasi in contemporanea, è arrivato anche il fratello di Bruno, Lorenzo, che aspettava la famiglia a Barcellona: «Alessandro – dice il fratello di Bruno a Tom’s Hardware – mi è saltato in braccio e mi ha urlato ‘zio zio papà è morto, un camion gli è passato sopra e gli ha fatto male alla testa’, il bambino era stravolto. Ha solo quattro anni e mezzo ma è molto più maturo della sua età. Sarà difficile per lui dimenticare quelle immagini. Io ero al telefono con Martina, mi stava dando indicazioni per raggiungere l’albergo. In quel momento era accanto ai medici che tentavano la rianimazione, ho sentito anche io, distintamente, quella frase agghiacciante: ‘es muerto’».
RICORDO BRUNO GULOTTA: «È MORTO DA EROE»
Ora, Martina e Lorenzo non possono far altro che raccontare al mondo la persona che era Bruno. Nonostante la difficoltà nel far accettare ai figli questa perdita, vogliono comunque ringraziare tutte le persone che li hanno aiutati anche economicamente. E a farli andare avanti è una convinzione ben precisa: «Bruno è morto da eroe».